Boccia (Confindustria): «Nessun endorsement alla Lega». Poi chiede rispetto e coerenza

Boccia (Confindustria): «Nessun endorsement alla Lega». Poi chiede rispetto e coerenza
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Lunedì 1 Ottobre 2018, 10:54 - Ultimo aggiornamento: 17:59
Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia frena sul presunto endorsement alla Lega e nel contempo chiede a Conte rispetto per gli «attori sociali» dopo l'attacco del ministro Luigi Di Maio al presidente di Confindustria Veneto, Matteo Zoppas.

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«Nessun endorsement» di Confindustria alla Lega, dice Boccia. «Anzi» - indica, ospite di Massimo Giannini su Radio Capital - le sua parole a Vicenza vanno interpretate come «una provocazione» per sottolineare «alcune incoerenze» nella linea del partito di Matteo Salvini che «sul territorio è verde » e al governo «è gialloverde». Nessun endorsement, dice, ma «strumentalizzazioni» alimentate da «qualche tweet».

Confindustria è diventata leghista? «Mi fa sorridere. C'è stata una strumentalizzazione via Twitter e non riusciamo ad articolare un pensiero completo», risponde Boccia. «Ero a Vicenza e avevo fatto le conclusioni» dell'assemblea degli industriali, «c'era il viceministro Garavaglia e la ministra Stefani. Abbiamo chiarito che per noi i provvedimenti del governo sono provvedimenti del governo e non di una parte del governo contro un'altra parte. Quando escono provvedimenti che per noi sono ostili all'impresa sono del governo, non sono dei 5Stelle o della Lega. Quindi abbiamo invitato la Lega, che ha rapporti nelle Regioni che governa al Nord, ad essere coerente con questo percorso», e «a partire dalla legge sulla Class Action, in dibattito in Parlamento, che prevede la retroattività, la premialità agli avvocati, addirittura la possibilità di adesione insieme seconda istanza: se passano anche questi tre concetti, al di là dell'impianto della legge che è condivisibile, è evidente che è una dimensione punitiva per le imprese».

Il presidente di Confindustria chiede quindi «al governo, composto da Lega e 5Stelle, cosa intende fare su queste cose». E precisa: «Altra cosa è essere leghisti. Poi c'è chi ha voluto strumentalizzare perché poi basta un tweet per avere un genere di indicazione». Invece: «Questo è il nostro pensiero, ci rivolgiamo al governo. Nessun endorsement, anzi una provocazione alla Lega per dire: non è che fate i verdi in Veneto ed i gialloverdi a Roma. I provvedimenti che fate a Roma sono i provvedimenti del governo, quindi cosa intendete fare? Tutti parlano, a partire dai vicepremier Di Maio e Salvini, di voler essere vicini alle imprese però poi vediamo delle incoerenze. E su queste incoerenze abbiamo voluto riferirci a tutti, compresa appunto la Lega che è un partito di governo». «La mia era una deduzione», precisa ancora Boccia sul rapporto tra Confindustria e Lega: «Abbiamo detto la Lega governa il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Lombardia. C'è una storia di confronti serrati con i nostri, nella logica delle ragioni dello sviluppo e dell'economia» ma «il governo del Paese è fatto di due grandi partiti, 5Stelle e Lega: i provvedimenti di questo governo sono nella responsabilità del governo».

Il punto non è sforare in termini di deficit, il punto è spiegare lo sfioramento se lo sforamento comporta più crescita e più occupazione per il Paese, cosa che renderebbe sostenibile la manovra per ridurre il debito e per incrementare crescita e occupazione - dice il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, chiarendo a Radio Capital la sua posizione su Def e reazione dei mercati - Questo è il messaggio: se lo è spiegatelo caro governo, se non lo è correte ai ripari e modificate la vostra linea di azione perché se fosse solo ricorso al deficit per fare i punti che sono oggetto dei fini di Governo, quindi incremento del debito pubblico, né il mercato ci farà uno sconto né l'Europa». Il ministro Giovanni Tria «in linea teorica dice cose condivisibili bisogna però entrare nel merito dei provvedimenti. Quanto in termini di risorse questa manovra prevede per per la crescita, con quali provvedimenti? Quale è il quantum delle risorse legato allo sviluppo ed alla crescita?».

«Faccio un appello all'avvocato del popolo, il premier: questo Governo deve chiarire se vuole rispettare gli attori sociali», dice Boccia. «Questo governo intende rispettare le parti sociali ed accettare le critiche senza attaccare ad personam? È possibile che un ministro faccia questo? Io mi rivolgo al governo non ad un ministro.
Non si può fare: vale per noi, vale per i giornalisti, vale per tutti. Io parlo di rispetto
».

«Stiamo parlando di un presidente di una nostra associazione regionale, e tra l'alto le concessioni di acque minerali comportano migliaia di posti di lavoro e investimenti, pubblicità, non è che la mattina apri la fontana e vendi l'acqua in termini gratutiti», dice Boccia, ospite di Circo Massimo su Radio Capital, dopo le parole del ministro Luigi Di Maio che ha accennato a un presidente di Confindustria che gestisce «l'acqua minerali con concessioni irrisorie»; concessioni sui, ha preannunciato, potrebbero esserci misure in legge di Bilancio.

«Senza entrare nel merito, il problema è molto più complessivo», rileva il leader degli industriali: «Questo Governo intende rispettare le rappresentanze sociali? Intende essere parte di una società liberale aperta, accettare le critiche senza attaccare ad personam chi le fa? È possibile che un ministro del Governo possa fare questo? Mi rivolgo al Governo e non al singolo ministro: la mia questione è una questione al Governo. la domanda che noi fa facciamo è se si intende rispettare le rappresentanze sociali evitando questi messaggi che non aiutano, che sono quei messaggi che stanno rialzando i toni» Intervistato da Massimo Giannini, Boccia aggiunge: «Il problema non siamo noi che siamo ondivaghi. Quando abbiamo dovuto dire che non vorremmo passare alla storia come coloro che portano gli imprenditori in piazza era perché i toni si erano elevati sia nel Parlamento sia da parte di alcuni esponenti della maggioranza in un attacco diretto non a Confindustria ma anche a nomi e cognomi di nostri imprenditori. Non è molto corretto».


«Se vogliamo vivere in una società liberale, e qui siamo ai fondamentali - avverte quindi il leader di Confindustria - non si può ogni volta che si fa una critica ad un governo lanciare messaggi di questo tipo: vale per noi, vale per i giornalisti e per i giornali, vale per tutti. Penso che questo elemento sia un elemento che irrita molto, e proprio per quei toni avevamo sto quei messaggi. Io parlo di rispetto, non di condivisione», dice ancora Boccia al premier Conte: «Non pretendo che condividano. Noi dobbiamo avere la libertà e la responsabilità di esprimere le nostre proposte, secondo noi nell'interesse del Paese, e per questo smettiamola con questi messaggi che non hanno alcun senso«. Il presidente di Confindustria quindi sottolinea: «Chiedo una tregua all'avvocato del popolo da parte di chi, io, rappresento il popolo degli industriali, 160mila imprese associate, che pensa ed hanno bisogno di una maggiore generosità di questo Paese verso questo mondo e non di messaggi ingenerosi e subliminali. 
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