Crollo delle nascite, il caso Lazio: nel 2017 flessione del 7%

Crollo delle nascite, il caso Lazio: nel 2017 flessione del 7%
di Luca Cifoni
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Venerdì 9 Febbraio 2018, 07:38 - Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 18:18
Altri 9 mila nati in meno, mentre i morti in più sono stati 31 mila: così lo scorso anno il saldo naturale della popolazione residente in Italia è salito al livello record di 183 mila. Gli indicatori demografici per il 2017 diffusi ieri dall'Istat (nella versione provvisoria) sembrano raccontare una storia ormai ben nota, ma è lo stesso istituto di statistica a segnalare come anno dopo anno la situazione si stia in realtà avvitando su sé stessa, prefigurando uno scenario ancora più desolato. «Il Paese - si legge nel comunicato - dopo un primo decennio degli anni 2000 contraddistinto da un saldo naturale prossimo o poco inferiore allo zero appare oggi incanalato in una spirale di decrescita naturale che, alla luce dei bassi livelli di natalità espressi, non solo appare difficilmente controvertibile ma apre la strada alla concreta prospettiva di un ulteriore allargamento della forbice nascite-decessi negli anni a venire».

LE CAUSE
Insomma, rischiamo di avviarci su una strada senza ritorno. Le ragioni si capiscono abbastanza facilmente. Il numero dei nuovi nati è destinato a diminuire ulteriormente dai 464 mila stimati per il 2017 - che pure rappresentano il nuovo minimo storico dell'Italia unitaria - perché mentre la scelta di avere figli viene sempre più rinviata, si assottiglia anno dopo anno la platea delle donne in età fertile, le potenziali madri, per effetto del calo demografico dei decenni precedenti: al primo gennaio di quest'anno le ragazze quindicenni (nate nel 2002) sono solo il 55 per cento delle cinquantunenni (nate nel 1966): 276 mila contro 503 mila.

Allo stesso tempo il numero dei morti è destinato a crescere per il progressivo allargarsi della fascia di popolazione molto anziana. Il crollo della natalità è iniziato dopo il 2008, anno in cui era stato raggiunto un relativo picco di quasi 577 mila bambini. Non serve più a contrastare questa tendenza nemmeno la quota di bambini nati da madre straniera, in lieve calo al 19,4 per cento del totale. Anche se naturalmente la fecondità complessiva delle straniere resta a livelli ben più alti: 1,95 figli per donna, contro gli 1,27 delle italiane, per una media totale di 1,34.

IL PARAGONE
Tra il 2016 e il 2017 le nascite non calano allo stesso ritmo in tutto il Paese, ed anzi alcune Regioni fanno segnare un leggero recupero (Molise, Basilicata, Sicilia e Piemonte). Il primato negativo spetta al Lazio con una riduzione del 7% (contro il 2 della media italiana) che fa scendere i 47.595 nati di due anni fa a quota 44.250 circa: per avere un termine di paragone, nel 2008 erano venuti al mondo nella Regione 56.755 bambini: in nove anni la flessione percentuale è stata del 22 per cento, di nuovo al di sopra della tendenza nazionale. Il Nord resta l'area del Paese con la fecondità relativamente più alta (1,39 figli per donna) mentre il Mezzogiorno si ferma all'1,30 e il Centro all'1,28. La Regione più prolifica è la Provincia autonoma di Bolzano (1,75), in fondo alla classifica c'è la Sardegna (1.09).

Per quanto riguarda la mortalità, i 647 mila decessi stimati per il 2017 sono vicinissimi al livello di due anni prima (mentre nel 2016 c'era stato un calo) ma l'Istat avverte che tenendo conto della struttura della popolazione il 2015 rimane l'anno più sfavorevole e per certi versi anomalo. Del resto sui numeri influiscono fattori stagionali quali le condizioni climatiche o la virulenza delle epidemie di influenza: basta pensare che delle 31 mila morti in più ben 20 mila si concentrano nel freddo gennaio 2017.

LE REVISIONI
Infine, i flussi migratori: in crescita quelli verso l'Italia con 337 mila arrivi, in calo (per la prima volta in dieci anni) quelli in uscita a quota 153 mila. Il saldo migratorio netto cresce quindi a 184 mila unità: su questa tendenza, avverte l'Istat, può aver influito anche la Brexit sia limitando l'afflusso di italiani verso la tradizionale meta britannica sia dirottando verso il nostro Paese una fetta di migrazione internazionale. Come risultato del saldo naturale e di quello migratorio, ma anche delle operazione di revisione delle anagrafi, la popolazione diminuisce di 95 mila unità.
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