Fisco, Credit Suisse indagata a Milano

Fisco, Credit Suisse indagata a Milano
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Mercoledì 9 Marzo 2016, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 14:28
Credit Suisse è indagata a Milano per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti nell'inchiesta aperta da oltre un anno con al centro una maxi-frode fiscale che sarebbe stata realizzata tramite false polizze assicurative. La Gdf sta effettuando verifiche da tempo su 13-14 mila clienti italiani che avrebbero portato all'estero circa 14 miliardi di euro.

Da oltre un anno, infatti, il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, i pm Gaetano Ruta e Antonio Pastore e il Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano stanno indagando su una presunta maxi-frode fiscale che sarebbe stata realizzata attraverso false polizze assicurative all'estero e con operazioni effettuate tra il Liechtenstein e le isole Bermuda. Un escamotage per portare i soldi oltre il confine e non dichiararli al fisco italiano.

Nell'inchiesta, non ancora chiusa perché le Fiamme Gialle stanno ancora effettuando accertamenti complessi sui conti esteri di 13-14 mila clienti italiani, sono stati ipotizzati i reati di frode fiscale, ostacolo all'attività di vigilanza, riciclaggio e abusivismo finanziario. Il gruppo bancario svizzero è indagato, invece, per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, la 231 del 2001. L'indagine era scattata a metà dicembre 2014 con una serie di acquisizioni di documenti e sequestri di carte nella sede milanese di Credit Suisse Italia.

Secondo gli investigatori, ci sarebbe stata un'attività di promozione di false polizze assicurative rivolte a clienti italiani che non sarebbe poi stata inserita nella contabilità ufficiale della Credit Suisse Life & Pension (Cslp). La Gdf avrebbe identificato più di 13 mila clienti italiani che hanno trasferito all'estero oltre 14 miliardi e su questi sta facendo verifiche per quantificare l'ammontare dei soldi evasi.

Credit Suisse Ag, in merito all'inchiesta, si limita ad affermare che le sue «attività con clienti privati sono sistematicamente concentrate su patrimoni dichiarati».
Lo ha ha fatto sapere un portavoce da Zurigo, aggiungendo che il gruppo ha «chiare regole interne e processi per assicurare che si conduca il lavoro in accordo alle leggi in vigore in Italia. In relazione alla 'voluntary disclosurè approvata dal governo italiano nel 2014 - prosegue il portavoce in una nota -, Credit Suisse ha immediatamente chiesto ai propri clienti di fornire prove per dimostrare di essere in regola dal punto di vista fiscale. Questo processo è stato virtualmente concluso».
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