Cernobbio, Varoufakis: che male vedere il mio amico Tsipras capitolare

Cernobbio, Varoufakis: che male vedere il mio amico Tsipras capitolare
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Sabato 5 Settembre 2015, 14:35 - Ultimo aggiornamento: 15:34
dal nostro inviato Claudia Guasco Cernobbio (Como) - Tra Francia e Germania è scontro sull'euro. In Europa, dice l'ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, ci sono "serie divergenze" tra Parigi e Berlino sulla forma che dovrebbe avere l'unione politica europea, di cui tutti riconoscono la necessità. Varoufakis parla alla platea di economisti, manager e banchieri riuniti a Cernobbio per la tre giorni di workshop Ambrosetti. Il pezzo forte di oggi è l'intervento del premier Matteo Renzi, che un anno fa rifiutò l'invito e andò a tagliare il nastro di una nuova fabbrica di rubinetti, i temi sul tavolo sono la ripresa, i venti di tempesta finanziaria che soffiano dalla Cina e naturalmente l'euro.



"RISPETTARE I PATTI"

"Deve essere una moneta basata sul gold standard o una moneta sovrana? Se opti per la prima, servono regole rigide e l'uscita è la sola alternativa alla recessione permanente una volta che entri in deflazione. Una moneta sovrana ha bisogno di un'unione fiscale politcamente governata", afferma Varoufakis. Oggi "l'indecisione resta. Abbiamo uno scontro drammatico, qualcuno dice una guerra di religione, tra Parigi e Berlino, su quale forma l'unione politica dovrebbe prendere. Non credo che qualcuno pensi che non abbiamo bisogno di una unione politica ora, ma ci sono seri disaccordi sulle modalità". "La Grecia e la nostra democrazia sono state schiacciate da un elefante. Mi fa male vedere il mio buon amico e compagno, Alexis Tsipras, essere costretto, sotto la minaccia della Grexit, ad accettare un programma che né il Fondo Monetario Internazionale, né lui né io e neppure Wolfgang Schaeuble crede che sia praticabile".



In ogni caso non ha senso cullarsi ancora con l'idea che l'euro possa essere "il pacemaker dell'unione politica europea", è la tesi sostenuta dall'ex banchiere centrale tedesco Otmar Issing. Che si dichiara molto scettico sulla capacità di una parte dei membri dell'unione monetaria di rispettare le regole del patto di stabilità e di crescita: "L'unione monetaria può sopravvivere solo se i Paesi rispettano quanto stabilito, i patti vanno rispettati. Se un tale principio viene violato in permanenza come possiamo resistere?».



RIFONDARE L'EUROZONA Secondo il ministro francese delle Finanze Emmanuel Macron è necessario ricominciare dall'inizio: "Dobbiamo lavorare a una nuova roadmap che ridia un senso, una visione al progetto europeo. Dopo l'era dei fondatori e quella dei gestori tocca ai rifondatori, questo è il nostro compito. L'importante è rifiutare lo status quo", sostiene.



Dal forum sulle rive del lago di Como detta la sua agenda: "Vanno fatte rapidamente scelte concrete per rafforzare la governance della zona euro. Dobbiamo definire scelte e calendario entro un mese e mezzo, è questo il mio obiettivo". Il ministro francese non ritiene che le discussioni dei responsabili delle finanze dell'Eurozona, che si riuniranno a Lussemburgo la prossima settimana, porteranno a decisioni. Si tratterà di un primo confronto, una tappa di avvicinamento per definire la successiva roadmap. Un vertice comunque importante: ci si attende infatti che i ministri stendano la traccia delle decisioni che, nella visione francese, dovrebbero essere prese nel corso dell'autunno.



L'obiettivo è rendere più chiara la prospettiva nella quale i governi dell'Eurozona intendono muoversi, partendo rapporto dei cinque presidenti Ue (Tusk, Juncker, Draghi, Dijsselbloem e Schulz) che rinvia impegni precisi sull'unione del bilancio, sulla configurazione parlamentare della zona euro, sulla responsabilità istituzionale del coordinamento economico e delle politiche di bilancio. Macron ribadisce le sue posizioni sullo strappo di cui avrebbe bisogno l'eurozona per fronteggiare la sfida della crescita economica e per evitare cirsi future come quella della Grecia: serve un bilancio proprio della zona euro, occorre attribuire a una persona a livello europeo la responsabilità di gestione delle risorse, responsabilità che dovrebbe essere attribuita al commissario responsabile degli affari economici.



Per il ministro francese la riforma della zona euro deve fondarsi sul binomio "riforme interne e trasferimenti per fronteggiare gli choc asimmetrici", solo così può reggere una configurazione istituzionale che porti alla maggiore condivisione della sovranità fra gli Stati della moneta unica. Quanto alle risorse, ci si dovrebbe appoggiare sul fondo salva Stati che ha capacità di raccolta di capitali sul mercato e solo in un secondo tempo pensare ad alimentare il bilancio della zona euro con soluzioni più strutturali. Dalla dalla tassazione ad hoc, al finanziamento tramite il mercato.
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