Alitalia, cambio della guardia deciso in tre giorni: Hogan convinto dal pressing degli italiani

Alitalia, cambio della guardia deciso in tre giorni: Hogan convinto dal pressing degli italiani
di Rosario Dimito
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Sabato 19 Settembre 2015, 06:28 - Ultimo aggiornamento: 10:31
Il destino di Silvano Cassano è stato deciso martedì 8. La decisione di un cambio della guardia si sarebbe cementata nel corso di una conference call alla quale hanno partecipato i massimi rappresentanti di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Poste, Atlantia, Roberto Colaninno e naturalmente Luca di Montezemolo che, oltre al ruolo di presidente, rappresenta e riunisce i soci italiani. Il manager fortemente voluto da James Hoogan, che in Alitalia è vicepresidente, sin dall'inizio ha suscitato perplessità, per esempio in Giovanni Castellucci (Atlantia) che però non ha sollevato obiezioni perché negli accordi (non scritti) la proposta del timoniere spetta al socio di Abu Dhabi. Per tornare alla conference, Montezemolo avrebbe relazionato sull'andamento della compagnia e sui limiti dell'azione manageriale di Cassano. Tutti hanno concordato, più degli altri avrebbe però contribuito Unicredit.



Secondo l'opinione finale, Alitalia avrebbe quindi dovuto cambiare marcia visto che dal 1974 a oggi ha bruciato ben 10,2 miliardi, parte dei quali soldi pubblici, e negli ultimi 34 bilanci, ben 20 sono stati chiusi in rosso. Si aggiunga che nei primi tre mesi del 2015 la perdita era di 100 milioni e, di là dei numeri, non si avvertiva un cambio di passo. Da parte delle banche soprattutto, anche alla luce delle nuove valutazioni della Bce (Srep) che comportano un ulteriore giro di vite sul capitale, non c'è possibilità e spazio per nuovi esborsi. Continuando di questo passo, sarebbe stato detto durante la conference, il rischio si sarebbe materializzato in una necessità di altri 500 milioni almeno: in realtà nessuno ha mai osato indicare tale cifra, sia pure a titolo di mera ipotesi; ma fatti quattro conti l'ipotesi non è poi tanto campata. Va ricordato che la maggioranza del capitale deve essere italiana per evitare che Bruxelles sollevi il cartellino rosso sulla licenza di volo.



RIUNIONE A MILANO

Al vertice della scorsa settimana si sarebbe arrivati dopo che già a luglio scorso Montezemolo, Colaninno e altri rappresentanti dei soci italiani si sarebbero riuniti a Milano per fare il punto sull'andamento deludente. Già allora Montezemolo affrontò a quattr'occhi Hogan, a margine di un consiglio della compagnia per discutere di tutti gli scenari, compreso il cambio eventuale del timoniere. Il manager australiano, tempra da rugbista, all'epoca fece però orecchie da mercante assicurando il suo impegno al fianco di Cassano per ribaltare la situazione.



Ma, contrariamente alle speranze, le cose non sono cambiate e negli ultimi quattro cda della società si è respirata un'aria sempre più pesante non solo verso l'ex ad. Basti dire che almeno due consiglieri, dotati del piglio dei professionisti e dell'approccio industrial-manageriale, non hanno lesinato rilievi sulla gestione. Al punto che nelle ultime due riunioni del cda lo stesso Cassano avrebbe lamentato il pressing crescente. D'altro canto, sulla valutazione del suo operato pesano anche altre considerazioni, come la minore stima da parte del management di prima linea e una sua presenza in azienda non sempre continuativa.

Dopo il vertice della scorsa settimana, Montezemolo ne ha parlato con Hogan che nel frattempo si sarebbe convinto della necessità del cambio della guardia. La situazione è però precipitata negli ultimi tre giorni, quando i soci italiani hanno chiesto al presidente di stringere i tempi. Peraltro, il colloquio tra Hogan e Cassano si è concluso in modo teso, tanto che il manager australiano gli avrebbe di fatto revocato la fiducia anche dell'azionista Etihad Airways. Il resto è cronaca di ieri.



Ora l'interim è affidato a Montezemolo, che certamente ha ben poco da imparare quanto a marketing e cultura del cliente. Nel frattempo è stato dato incarico a Egon Zehnder di selezionare una rosa di candidati per il nuovo ad. Sul profilo, però, ci sarebbero diversità di vedute tra Hogan e qualche azionista italiano. Tutti comunque vorrebbero un manager molto agguerrito e con un'esperienza internazionale: martedì 22 verrà consegnata la prima rosa di nomi.