Boccia: nuove regole su npl messaggio di sfiducia al sistema

Boccia: nuove regole su npl messaggio di sfiducia al sistema
2 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Novembre 2017, 15:53 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 10:12
Le nuove linee guida della Banca centrale europea sui crediti deteriorati (npl) «è un messaggio negativo per l'economia» perché mostra «una logica di sfiducia, stiamo dicendo che non ci fidiamo del sistema bancario quando affida alle imprese e quindi deve accantonare di più». Così il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia al convegno del Messaggero Obbligati a crescere - L'Europa dopo la Brexit. Boccia ha sottolineato che si tratta di «un messaggio antitetico a quello di una Ue forte che fa delle imprese bancarie e industriali un grande fattore di competitività». Le istituzioni non devono «agire in logica burocratica ma in logica politica».

Boccia ha poi raccontato che quando ha incontrato il capo della Confindustria francese «la sua prima domanda è stata sull'incertezza politica. Gli ho detto che quella è l'unica certezza in Italia, ma ce la facciamo lo stesso. È una ventata di ottimismo». 

«La Brexit è il passato, il futuro è l'Europa», ha sottolineato ancora il presidente di Confindustria. «Abbiamo bisogno di maggiore democrazia nella Ue - ha continuato Boccia - c'è la necessità di una Europa dei popoli più integrata e consapevole delle sue potenzialità. Abbiamo bisogno di una Europa della crescita e non solo dei saldi di bilancio».

«Non c'è solo Francia e Germania: l'Italia deve essere coprotagonista della politica di sviluppo della difesa europea», ha poi proseguito Boccia. «Sono convinto che tutti assieme - ha aggiunto - dobbiamo fare dell'Europa il luogo dell'industria più competitiva al mondo».

«Forse - ha affermato ancora Boccia - occorre riprendere una logica politica cara al Presidente Theodore Roosevelt, la politica del bastone. Roosevelt diceva: "Parla dolcemente e portati sempre un bastone". Se vogliamo vincere la sfida» della globalizzazione «e esserne protagonisti il bastone per noi è l'Europa. A fronte della maggiore competitività di altri Paesi, se vogliamo competere, non possiamo agire come singoli Paesi».


 
© RIPRODUZIONE RISERVATA