Biglietti aerei, la beffa del caro petrolio: resta in vita la tassa sul carburante

Biglietti aerei, la beffa del caro petrolio: resta in vita la tassa sul carburante
di Francesco Bisozzi
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Martedì 10 Marzo 2015, 10:36 - Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 10:41
Rispetto alla scorsa estate un barile di petrolio costa la metà, eppure il prezzo dei biglietti aerei è rimasto sostanzialmente invariato. Sulle tariffe praticate dalle compagnie aeree pesa la cosiddetta fuel surcharge, il supplemento per il carburante introdotto nel 2000 a copertura dei maggiori costi sostenuti dai vettori per effetto delle oscillazioni del prezzo del petrolio. La fuel surcharge costituisce una componente rilevante della cifra finale pagata dai passeggeri ed è applicata dalle principali linee nazionali e internazionali, lowcost escluse. L'ammontare del balzello parte da 20 euro (per le tratte brevi) e arriva a superare quota 400 euro (in particolare per le tratte intercontinentali).



I COSTI Finora le linee aeree che alla luce dell'andamento del prezzo del petrolio hanno ritoccato al ribasso il supplemento per il carburante si contano sulle dita delle mani. Una delle ultime a capitolare è stata l'australiana Qantas Airways. Prima ancora era stato il turno della Japan Airlines. Altre, come Lufthansa, si sono limitate a cambiare nome alla fuel surcharge senza di fatto rinunciarvi. Nel caso del vettore tedesco la tassa oggi è inclusa nel supplemento internazionale e domestico.



«La fuel surcharge costituisce una componente del prezzo finale del biglietto aereo di tipo commerciale ed è lasciata alla libera contrattazione di mercato», spiega il direttore generale dell'Enac Alessio Quaranta. Per capire con più precisione quanto incide il supplemento per il carburante sul costo complessivo di un volo aereo è sufficiente collegarsi ai siti online delle compagnie per simulare l'acquisto di un biglietto.



Qualche esempio? Per un volo di andata e ritorno da Milano a Berlino con Alitalia il valore della fuel surcharge ammonta a 73 euro (su un totale da pagare di 190 euro). In pratica l'esborso richiesto dalla compagnia costituisce nel caso preso in esame poco meno della metà dell'intera somma da versare. Per un volo di andata e ritorno da Roma a Istanbul con la compagnia di bandiera turca Turkish Airlines in vendita a 220 euro il passeggero dovrà corrispondere invece al vettore 82 euro per il supplemento carburante, pari a un terzo della cifra complessiva.



E ancora. Per raggiungere Sydney partendo dalla Capitale con Etihad si pagano di fuel surcharge 340 euro per un biglietto che ne costa in tutto 1390 e spiccioli, circa il 25% del totale. Per un volo di andata e ritorno da Roma a New York con British Airways ne vanno sborsati invece 156 per coprire il costo della fuel surcharge. Altrimenti, per un Milano-Shangai con Cathay Pacific, una delle rare compagnie che ogni mese rivede il supplemento in base all'andamento del prezzo del petrolio, si pagano al momento 56 euro di fuel surcharge (per un biglietto del valore complessivo pari a 1500 euro circa).



Ma se da un lato i passeggeri hanno di che lamentarsi per via dell'impermeabilità delle tariffe dei biglietti aerei all'andamento del pezzo del petrolio, dall'altro gli addetti ai lavori sottolineano che i vettori acquistano grossi quantitativi di carburante in anticipo rispetto al momento dell’utilizzo dello stesso ed è per questo che il valore della fuel surcharge pagato dal passeggero quando acquista il biglietto non corrisponde quasi mai alla quotazione del prezzo del barile.



«Come tutte le grandi compagnie anche Alitalia acquista il jet fuel con molti mesi di anticipo», fa sapere la società, «per questo gli effetti del prezzo del petrolio in calo non sono ancora visibili per il consumatore. Questo però non ci ha impedito di promuovere nelle ultime settimane un’offerta di tariffe minime mai così convenienti: dai 35 euro a tratta per i voli interni agli 89 euro per i viaggi di andata e ritorno in Europa».



Le compagnie lowcost, che come detto non praticano la sovrattassa ma che traggono comunque beneficio dal calo del greggio, hanno annunciato che utilizzeranno le maggiori risorse in entrata per migliorare i servizi per la clientela.
Il Ceo dell'irlandese Ryanair Michael O’Leary ha detto che attingerà ai ricavi extra derivanti dal deprezzamento del petrolio per aprire una rotta scontata per New York.
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