Bankitalia: «Cda di Veneto Banca inadeguato, va cambiato». La replica: «Asserzioni surreali»

Bankitalia: «Cda di Veneto Banca inadeguato, va cambiato». La replica: «Asserzioni surreali»
di Rosario Dimito
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Giovedì 14 Dicembre 2017, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 22:34

«Scadimento della situazione complessiva», «rilevanti disfunzioni dell’assetto di governo», «elevata esposizione ai rischi», «concentrazione di poteri in capo all’ad», «dialettica modesta del cda, inconsistenza del ruolo degli indipendenti»: pertanto «è richiesto con la massima determinazione di pervenire nel più breve tempo possibile, a un’operazione di integrazione con altro intermediario di adeguato standing» e tenuto conto della situazione, «è disposto che gli attuali membri del cda e del collegio sindacale non potranno ricoprire incarichi presso il soggetto risultante dalla fusione». «Stante quanto sopra, si ribadisce a Veneto banca l’esigenza di un integrale ricambio degli organi societari».

E’ impietosa la pagella di Bankitalia a Veneto banca, paragonabile a quella di uno studente che in italiano, matematica, chimica prende 2 e in latino, inglese e disegno 3 con insuffienze nelle altre materie. Nelle 5 pagine del rapporto ispettivo “riservatissimo” firmato da Salvatore Rossi, dg di Bankitalia, del 24 marzo 2014, la Vigilanza mette con le spalle al muro l’istituto di Montebelluna.

Eppure difronte a una fotografia senza scampo così spietata, la replica del cda presieduto da Flavio Trinca è sorprendentemente senza scrupoli. «Preme sottolineare le questioni che hanno fatto precipitare la “percezione” di Veneto Banca in un crescendo di “surreali” asserzioni, perlopiù frutto di incerti e soggettivi riscontri ispettivi», «sentiamo il dovere di rimarcare la totale assenza di situazione quali quelle rappresentate, avendo il rapporto ispettivo dimensionato in misura non verosimile gli avvenimenti», si legge in alcuni passaggi salienti della lettera di risposta (14 pagine) di Trinca datata 10 aprile. «Quanto alla richiesta di fusione, è rappresentata l’impossibilità di addivenire a una decisione nei tempi indicati» e «si aggiunga con riferimento all’operazione indicata da codesta Autorità, la pregiudiziale di processo pretesa dalla controparte non è stata dal consiglio giudicata accettabile».

In precedenza si dice che è stato dato un mandato a Goldman Sachs di esplorare Popolare Vicenza, Bper, Ubi, Bbva, Credit Agricole Cariparma, Bnp Bnl: «Il 20 marzo Goldman ha incontrato il vertice di Popolare Vicenza e nell’incontro il presidente Gianni Zonin e l’ad Samuele Sorato hanno espresso l’impossibilità a proseguire il dialogo strategico date le tensioni tra i due istituti».

Carta canta e al di là delle audizioni di Gianni Zonin e Vincenzo Consoli davanti alla Commissione d’inchiesta sulle banche, la lettura dei due documenti autentici che Il Messaggero.it è in grado di pubblicare, mette i lettori in condizione di rendersi conto come siano andate le cose.

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