Banco Bpm, nasce il terzo gruppo italiano: esordio boom a Piazza Affari (+9%)

Banco Bpm, nasce il terzo gruppo italiano: esordio boom a Piazza Affari (+9%)
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Lunedì 2 Gennaio 2017, 09:45 - Ultimo aggiornamento: 20:25
Esordio con il botto a Piazza Affari per le azioni di Banco Bpm, terzo gruppo del credito italiano dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit. Il titolo dell'istituto, nato dalla fusione tra il Banco Popolare e la Bpm, ha chiuso la seduta con un balzo del 9,08%, a 2,498 euro. La banca, una public company senza azionisti di controllo, esprime una capitalizzazione di 3,78 miliardi di euro. La fusione fra le due banche in una newco chiamata Banco Bpm è divenuta efficace ieri, 1° gennaio 2017. 

Va ricordato che la fusione fra i due istituto prevede un concambio di azioni nel rapporto di una azione Banco Bpm ogni azione Banco Popolare (alla pari) e una azione Banco Bpm ogni 6,386 azioni Popolare Milano. Fino al 26 marzo 2017 il diritto di voto è limitato al 5% del capitale.

Affinché il debutto brillante non si consumi in una fiammata occorrerà comunque misurare nel tempo la capacità di Castagna di realizzare gli obiettivi del piano industriale (che prevede 1,1 miliardi di utili al 2019) e di mantenere l'impegno, concordato con la Bce, di smaltire 8 miliardi di crediti deteriorati entro la fine del 2018 (di cui 1 già ceduto lo scorso anno).

Lo spazio per far correre ancora il titolo non manca. Al primo gennaio 2016 le due banche, allora non ancora fidanzate, capitalizzavano insieme 7,3 miliardi di euro (a cui va aggiunto il miliardo raccolto dal Banco sul mercato a giugno). Un anno dopo, nonostante l'esordio felice, la capitalizzazione è ferma a 3,78 miliardi di euro, erosa da un 2016 disastroso per tutto il sistema bancario, nel corso del quale l'istituto veronese ha perso il 75% e quello milanese il 60%.

Tra gli obiettivi che impegneranno la banca nel 2017 c'è la creazione di un nocciolo duro di soci che dia stabilità al
management. Il tema è al centro dell'attenzione del presidente Pasini e sarebbe stato oggetto di un confronto informale anche in occasione del cda del primo gennaio, che ha conferito le deleghe a Castagna, ha nominato vicepresidenti e direttori generali e assunto tutte le delibere necessarie a rendere immediatamente operativa la banca. 

Il bacino dei soggetti che potrebbero unire le forze include gli imprenditori storicamente a fianco del Banco Popolare, come Sandro Veronesi e la famiglia Bauli, alcune fondazioni (Carilucca e Cariverona), Unipol, con cui dovrebbero proseguire gli accordi di bancassicurazione. Castagna, che con gli investitori ha sempre avuto un buon feeling, sarà invece chiamato a trovare sostegno nel mercato. D'altra parte il livello di frammentazione dell'azionariato è molto alto, con l'assenza di soci sopra il 3% in entrambe le banche. E dal 27 marzo, quando cadrà il tetto del 5% al diritto di voto, Banco Bpm sarà potenzialmente contendibile.

In ballo c'è il controllo della terza banca italiana: un gruppo con 4 milioni di clienti e una quota di mercato dell'8%, focalizzato sul Nord Italia, con un attivo di circa 171 miliardi e oltre 25.000 dipendenti. Ma anche un portafoglio crediti deteriorati piuttosto ampio, in gran parte eredità del Banco Popolare, sulla cui qualità il mercato si interroga. Qualche risposta potrebbe arrivare a metà gennaio, quando si potrebbero conoscere gli esiti delle ispezioni della Bce. Fonti vicine alla banca, pur con tutti gli scongiuri del caso, si dicono fiduciose ed escludono l'ipotesi di nuovi aumenti di capitale. 


 
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