IL PERCORSO
Il ministero «è già in contatto con gli altri soggetti istituzionali interessati per varare i decreti nel più breve tempo possibile». Chi lavora al dossier, infatti, è chiaro sul punto: non tutti riceveranno un indennizzo: il collegio dei saggi insediati presso l'Anac di Raffaele Cantone valuterà caso per caso ed anzi il cerchio dei beneficiari sarà piuttosto ristretto. Al netto delle persone che non saranno in grado di dimostrare di essere stati raggirati e truffati, al momento solo 2 mila 500 risparmiatori sembrano rientrare per certo nella lista di chi otterrà un sostegno economico. E questo perché il Fondo di solidarietà non supera i 100 milioni, anche se potrebbe lievitare fino a 130. Più nel dettaglio, i rimborsi premieranno innanzitutto le circa mille persone che avevano un capitale inferiore ai 100 mila euro investito per più del 50% nei bond subordinati e che hanno perso complessivamente 27 milioni di euro. Questa categoria incasserà quasi certamente il 100% del denaro perso nella convinzione, da parte di chi sta lavorando al decreto, che proprio il fatto di aver investito la maggior parte dei propri risparmi in prodotti rivelatisi guasti sia un indizio di buona fede ingannata dalle banche. A queste persone, si aggiunge una platea di altri 1.500 clienti (perdite da 93,4 milioni) con un patrimonio inferiore a 100 mila euro impegnato in obbligazioni subordinate per il 30-50%, oppure con un patrimonio superiore a 100 mila euro investito in bond subordinati per più del 30%. Rimborsi in arrivo anche per loro, ma di consistenza inferiore. Appare invece assai critica la situazione dell'esercito degli 8 mila risparmiatori con più di 100 mila euro e una quota di patrimonio investita in bond subordinati inferiore al 30 percento: queste persone hanno perso 208,4 milioni di euro e per loro rientrare sarà difficilissimo. Una impostazione che, ovviamente, crea diffuso malumore. «I risarcimenti devono essere integrali e devono valere per tutti» ha ribadito ieri il Codacons. «Non accetteremo la politica del due pesi e due misure - ha spiegato il presidente dell'associazione dei consumatori Carlo Rienzi - perché è evidente che tutti i risparmiatori hanno subito il medesimo danno e tutti devono essere risarciti allo stesso modo. In caso contrario ci troveremmo di fronte ad un pericoloso precedente, dove un illecito viene punito in modo diverso a seconda della vittima».