Risparmiatori, sfogo in piazza: «Obbligati a comprare i titoli»

Risparmiatori, sfogo in piazza: «Obbligati a comprare i titoli»
di Mario Ajello
4 Minuti di Lettura
Lunedì 14 Dicembre 2015, 08:20
FIRENZE - Non sono tanti. Ma rappresentano un'Italia silenziosa che non è abituata ad andare in piazza. Che vota o votava Pd, più versante ex democristiano che comunista. Ed è moderata e minuta, pensionati e figli di pensionati, agricoltori che si sono visti togliere dieci, trenta o cinquantamila euro da un momento all'altro, impiegati che avevano accumulato un gruzzolo che è sparito, cittadini a cui Banca Etruria e le altre hanno fatto firmare obbligazioni farlocche, ma poi - come è scritto in un foglio di carta - «anche le formiche nel loro piccolo si incaz....». Sono poche decine le vittime delle banche in piazza davanti alla Leopolda ma tenute lontane dalla Leopolda e rappresentano però, come racconta Patrizio Palandri, contadino figlio di contadini, a cui Banca Etruria ha soffiato trentamila euro, «le 130.000 famiglie italiane truffate per un totale di due miliardi e mezzo di euro». Hanno cartelli come questo: «Boschi restituisci il maltolto» (Boschi padre). O gridano così nel megafono: «Renzi, non hai il coraggio di venire a parlare con noi, vergognaaaa!!!!». 

Poco distante dalla piccola folla infuriata, un gruppo - ben vestito - di quattro signore e signori romani. Guardano la protesta e spiegano, sul bordo della strada: «Hanno ragionissima questi che manifestano ed è una brutta pagina per la democrazia che Renzi non li faccia avvicinare alla Leopolda e non li riceva». Tra di loro c'è Dario Coltellacci, titolare a Roma della società Calor Clima S.p.A. Spiega: «Qui c'è gente moderata, mica black bloc! Siamo stati tutti fregati dalla Boschi, anzi da suo papà. Banca Etruria a me ha sottratto 30.000 euro. Sono stato obbligato a comprare azioni». Più in là, dentro la protesta che ricorre anche a esagerate citazioni bibliche («Renzi e Boschi sono figli delle tenebre»), i racconti sono di questo tipo. Giovanna, 60 anni, di Poppi, provincia di Arezzo: «Ho sostenuto Renzi dalle prime primarie in poi. E oggi vorrei dirgli: ma che cosa sta combinando? Perché non fai vera chiarezza su questa storia delle quattro banche truffatrici e del decreto per salvarle sulla nostra pelle? Sono, anzi ero del Pd, e adesso mi tocca stare con quelli di Fratelli d'Italia, gli unici che ci difendono mentre la sinistra svicola e tace». 

Narra la sua storia Giovanna: «Banca Etruria mi ha sottratto 130.000 euro, cioè la mia liquidazione e l'eredità che mi lasciarono mamma e papà. Conoscevo da sempre, e mi fidavo di lui, l'impiegato della banca. Il tasso d'interesse per i soldi investiti era basso, neanche il 3%. Non siamo mica degli speculatori noi. Ma niente. Si sono mangiati i nostri soldi. Non me la prendo con l'impiegato che era quasi un amico. Lo vedevo negli ultimi tempi teso e preoccupato. Gli avranno dato l'ordine di truffarci e lui, pur di tenersi il lavoro, ha dovuto ubbidire ai superiori». 

SFIDUCIATI
Intanto, una delegazione di cinque persone - correntisti e azionisti dei quattro istituti coinvolti nello scandalo più Letizia Giorgianni, leader del Comitati vittime del salva-banche - si avviano all'incontro con Padoan. Con questo spirito: «Vabbè, andiamo a farci prendere per i fondelli». Gli altri restano in attesa per la strada, dietro alle transenne della polizia che ha un atteggiamento di comprensione verso queste persone. Uno se la prende con l'ex segretario del Pd: «Sono stato sempre del Pci, ma vedere Bersani che difende la Boschi mi ispira pena. Un po' per lui e un po' per me, visto come ci hanno ridotti». 

Racconta Domenico Salvadori, aretino: «Hanno fregato a mia madre, di 90 anni, 75 mila euro. Si fidava di quelli della banca. Le hanno fatto firmare obbligazioni, e lei neppure sapeva che cosa fossero, e così è andata». Un ragazzo: «Sono stato ricattato. Se vuoi il mutuo, compra queste obbligazioni. Votavo Pd, voterò Grillo o nessuno più». E’ colpa di Renzi tutto ciò? «E’ colpa di tutti». Ma ecco che torna in piazza la delegazione andata da Padoan. Il ministro ha detto loro che i soldi da ridare a tutti non ci sono, ma il governo sta studiando il modo per aumentare l'entità del risarcimento. Loro sono delusi. E si danno appuntamento, tra qualche giorno, a Roma, sotto le finestre di Bankitalia e poi a Palazzo Chigi: «Prenderemo per sfinimento il coniglio Matteo». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA