IL COORDINAMENTO
«Chi ha subito danni o è stato truffato deve sapere che lo Stato è dalla sua parte e noi faremo di tutto», ha scandito alcuni giorni fa Matteo Renzi avvertendo comunque che «non è ancora chiaro come sarà stabilito chi, nella vendita dei prodotti subordinati, sia stato effettivamente truffato e chi no». Una formulazione prudente che, com'è logico, si ripercuote sui tempi di realizzazione del lavoro dei ministeri impegnati. In linea teorica ci sono tre mesi di tempo per emanare i decreti ma il Tesoro, avendo peraltro già smentito seccamente un anticipo selettivo degli interventi operato da Banca Etruria per favorire in via prioritaria alcuni suoi clienti più esposti, ha ribadito per bocca del viceministro Enrico Morando che «bisogna fare presto». Una volontà che però si scontra con l'oggettiva difficoltà dell'operazione e con il fatto che il governo in questa fase è impegnato anche nella delicata partita che riguarda l'Ilva. Appare dunque fortemente a rischio la dead-line di metà-fine gennaio che era filtrata in queste settimane e la chiusura della vicenda potrebbe così slittare a alla prima decade di febbraio. Da più parti viene anche sottolineato che i tempi potrebbero dilatarsi in modo da poter costruire perfettamente un robusto coordinamento che faccia funzionare il triangolo Bankitalia-Consob-Anac.
La camera arbitrale dell'organismo guidato da Raffaele Cantone, si fa notare, non ha competenze bancarie e finanziarie e dovrà per forza avvalersi della collaborazione di Bankitalia e Consob che hanno raccolto l'invito del Capo dello Stato per una comune azione fra istituzioni. In ogni caso, ribadisce chi lavora all'operazione, gli indennizzi («che avranno un limite massimo per tutti») finiranno esclusivamente nelle mani di chi ha comprato le obbligazioni subordinate delle banche (e non le azioni), purché si tratti di persone fisiche oppure di imprenditori titolari di ditte individuali. E, in linea di massima, trova conferma l'ipotesi del risarcimento pieno per i 1.100 investitori che hanno perduto più del 50% del loro risparmio. Vale a dire, complessivamente, 27 milioni. Un sostegno economico robusto andrà invece ai circa 1.600 che, impegnando oltre il 30% delle proprie sostanze, hanno visto evaporare 94 milioni.