Banche fallite, rimborsi del 30% sui bond

Banche fallite, rimborsi del 30% sui bond
di Andrea Bassi
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Domenica 6 Dicembre 2015, 11:13 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 12:08

Dopo le fughe in avanti del ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan e del suo vice Enrico Morando, il governo rallenta. L'idea di indennizzare in qualche modo i risparmiatori che hanno comprato obbligazioni «subordinate», quelle più rischiose, delle quattro banche fallite, ogni giorno che passa si dimostra un rebus sempre più complesso da districare. Come spesso accade, è stato direttamente Matteo Renzi a dettare la nuova linea. «Cercheremo di trovare una soluzione», ha detto il premier, «ma non è la cosa più semplice del mondo pensando a come funziona oggi il mercato delle banche in Europa». Ma la protesta dei risparmiatori monta. Oggi pomeriggio, di fronte alla Camera dove inizierà il voto sugli emendamenti “salva-risparmiatori”, è prevista una manifestazione dei clienti di Etruria, CariFerrara, CariChiesti e Banca Marche, che si sono visti azzerare il valore dei loro titoli. L'intenzione del governo rimane quella di trovare una soluzione. Ieri alla Camera, c'è stato un vertice per capire quale. La soluzione finale ancora non è stata trovata, ma una strada da seguire sarebbe stata delineata. La base di partenza sarà l'emendamento Pelillo. Questa proposta (si veda il Messaggero di ieri), prevede un fondo di 120 milioni di euro da destinare al rimborso delle obbligazioni subordinate. I soldi però, non andrebbero intesi come un «indennizzo», ma sarebbero un intervento di «solidarietà», destinato esclusivamente a quelle persone che a causa delle perdite sulle obbligazioni delle banche rischiano di trovarsi in una situazione di «indigenza». Questo passaggio sarà rivisto. Troppo complicato stabilire chi ne avrebbe diritto e chi invece no. Il governo starebbe insomma valutando un intervento universale, che andrebbe a coprire parte delle perdite subite da tutti e 130 mila i risparmiatori sottoscrittori di bond subordinati, che hanno perso secondo le stime tra i 300 e i 330 milioni di euro. Il punto fondamentale sono i soldi. L'emendamento Pelillo stanziava 120 milioni, 80 a carico delle banche e 40 a carico del Tesoro. La cifra sarà più bassa, 100 milioni in tutto. Su chi debba finanziare queste risorse ancora si sta discutendo. Padoan vorrebbe che il Tesoro non erogasse più di 20 milioni, quindi i restanti 80 dovrebbero essere a carico delle banche. Ma è probabile che alla fine si arrivi ad un accordo «fifty-fifty», ossia cinquanta milioni dal governo e cinquanta dalle banche. Chi ne avrà diritto? Il ristoro dovrebbe valere per tutti i piccoli risparmiatori, ma con un tetto a 50 mila euro. Non riceverebbero l'intero ammontare delle somme perse, ma solo una cifra attorno al 30%. Tutto questo, però non sarà deciso oggi. Questa sera ci sarà il voto sugli emendamenti che riguardano le banche. Verranno sostanzialmente tutti bocciati, tranne alcuni che saranno «accantonati», come quello Pelillo, e che verranno riesaminati la settimana prossima.

I NEGOZIATI
Il governo starebbe negoziando con l'Europa un via libera a questa norma. Bruxelles potrebbe giudicarla una violazione delle nuove direttive sui salvataggi bancari. Il rischio è che si crei un «diritto soggettivo», una crepa nell'impianto della normativa comunitaria che potrebbe portare ad una inondazione. In futuro chiunque subisse perdite su prodotti finanziari rischiosi venduti dalle banche e si ritrovasse nelle condizioni descritte dall'emendamento, potrebbe chiedere il «contributo di solidarietà».

C'è poi la questione degli azionisti. Qui la questione è decisamente più complicata. Ma il presidente della Commissione bilancio della Camera, Francesco Boccia, non esclude di riuscire ad ottenere qualcosa. «La perdita di valore delle azioni delle 4 banche - ha spiegato - è una roba di miliardi e questo governo non c'entra nulla perché si tratta di un bubbone che ha ereditato. Ma mi chiedo - ha proseguito Boccia - se non sia possibile costruire un ponte fra le bad bank e le newco, che consenta che il valore aggiunto creato da queste ultime possa essere dirottato sulle bad bank in modo che chi ha perso possa riavere qualcosa».