In agricoltura gli stranieri portano reddito e gettito fiscale. Da un'analisi della Cia, la Confederazione italiana agricoltori, risulta che un'azienda su tre conta almeno un lavoratore nato fuori dai nostri confini, che in molti casi (25 mila imprese) è anche l'amministratore. Queste realtà portano nelle casse dello Stato 6 miliardi in versamenti fiscali e 5 sotto forma di contruibuti. Complessivamente nel settore sono 320 mila gli stranieri impegnati, di cui 128 mila extracomunitari. I dati sono emersi nella giornata di apertura dell'ottava conferenza economica promossa dalla Cia.
In questo panorama sono molti gli esempi di integrazione e di eccellenza: si va dagli indiani sikh specializzati nell'allevamento e nella produzione di latte, ai rumeni potatori di viti e ulivi, ai mecedoni abili vinificatori. Ma sono presenti anche inglesi e olandesi nelle produzioni innovative e si affacciano, nel turismo rurale, anche statunitensi e svizzeri.