Economia circolare, all'Auditorium l'evento organizzato dal Messaggero. Costa: «Niente plastic tax sul materiale riciclabile»

Economia circolare, all'Auditorium l'evento organizzato dal Messaggero. Costa: «Plastic tax da rivedere»
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Mercoledì 30 Ottobre 2019, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 13:24

Che cos’è l’economia circolare? Se ne parla in un grande evento de Il Messaggero all'Auditorium di Roma con i ministri Costa e Gualtieri, aziende, scienziati ed esperti come Braungart e Giovannini, studenti e anche con una popstar come Marco Mengoni. Ognuno con una storia, un esempio da raccontare. Con la consapevolezza che «serve la politica per governare processi come questi», ha ricordato il direttore Virman Cusenza aprendo il convegno (il video dell'intervento).

Un futuro circolare: fuori dalla trappola dell'usa-e-getta - di O. De Paolini
 


Virman Cusenza: no a più tasse, sì agli incentivi. «Cambiare i comportamenti dei cittadini è il requisito preliminare» per promuovere l'economia circolare, ha spiegato Virman Cusenza. «L'altra cosa fondamentale - ha sottolineato - è che la politica mandi messaggi chiari, promuovendo una razionalizzazione senza fanatismi né ideologie e cioè privilegiando il pragmatismo ed evitando quella che alcuni definiscono "dittatura green", ovvero la tassazione anziché gli incentivi, la depressione dell'economia anziché uno suo slancio». (Guarda la videointervista

Costa: plastic tax da rimodulare. «Un sistema ecocompatibile non si fa con le tasse, si fa con gli incentivi. Questo mi ha spinto a fare il dl Clima, dove si parla di incentivi», ha detto il ministro dell'Ambiente Sergio Costa nel suo intervento. Poi ha annunciato il raggiunto accordo nel governo sulla rimodulazione della plastic tax, ovvero «sul non toccare tutto ciò che è compostabile, riciclabile e biodegradabile, e sul diminuire il packaging di plastica. Credo che l'accordo su questo sia raggiunto», ha detto dopo aver ricordato che «su ciò che è riciclabile, compostabile» «l'Italia ha una grande tradizione ed è leader nella tecnologia». L'obiettivo, ha spiegato, è quello di «declinare il concetto di tassa sulla plastica in modo diversificato e per aiutare, attraverso il Ministero dello Sviluppo economico, quelle aziende che vogliono cambiare il sistema produttivo. Questo diventa un modo per aiutare tutti a una transizione giusta, che non lascia indietro nessuno». (Guarda la videointervista)

Gualtieri: incentivi per le aziende che riconvertono alla bioplastica. «La sostenibilità è al centro dell’azione del governo», ha detto Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia. «La circolarità - ha proseguito - e la sostenibilità sono collegati. Se non neutralizzeremo le emissioni, siamo in pericolo. Tutto questo si intreccia con il sistema produttivo. Deve essere un principio che guida il governo». «Da ministro dell’Economia ho dovuto trovare 23 miliardi in 23 giorni per l’Iva e non è stato facile - ha quindi ricordato il ministro - Ma abbiamo ritenuto che la manovra non poteva limitarsi a sterilizzare l’Iva per non fermare l’economia, ma incentivare altre azioni per la famiglia. Non tagliamo su scuola, università e famiglia come qualcuno ci aveva suggerito». 

«Dobbiamo mettere al centro della manovra gli investimenti perché senza investimenti non c’è futuro. Gli investimenti vanno anche qualificati. Saranno distribuiti in tre fondi - ha spiegato Gualtieri - Uno sarà per il Green new deal. Con un credito di imposta per le imprese siamo andati incontro alle aziende che investono nella sostenibilità. Tutte le misure di entrata hanno una logica di disincentivare i materiali monouso. Sarà una manovra espansiva. Introdurremmo anche un incentivo per l'innovazione dei processi produttivi che sostenga la riconversione verso la produzione di bioplastiche o di plastiche compostabili, che non saranno soggette all'imposta. Vogliamo essere un governo che sa anche ascoltare. Affrontiamo insieme la sfida appassionante della sostenibilità e della circolarità che può darci un futuro più giusto».

«L'imposta sulla plastica ha lo scopo di disincentivare i prodotti monouso e promuovere materie compostabili ed eco-compatibili. Non è un'imposta generalizzata sulla plastica, materiale di cui difficilmente riusciremo a fare a meno, ma ha l'obiettivo di limitare l'impiego di oggetti che usi una volta e rimangono nell'ambiente per centinaia di anni». «L'imposta sarà per esempio applicata sulla bottiglietta di acqua minerale ma non sulla borraccia che viene riempita più volte».

«Nel rilancio di Industria 4.0, che era un errore non rinnovare, si tratta di un meccanismo complicato ma efficace di sostegno agli investimenti in innovazione delle imprese, abbiamo attaccato, con 420 milioni in tre anni, uno specifico credito di imposta volto a sostenere gli investimenti delle imprese a favore della sostenibilità e circolatità dell'economia», ha detto inoltre il ministro dell'Economia. (Guarda la videointervista)


Michael Braungart, il profeta moderno dell'economia circolare. Sul palco è salito anche Michael Braungart, considerato uno dei moderni profeti dell'economia circolare. Braungart ha fondato la EPEA (Environmental Protection Encouragement Agency) ad Amburgo. All'evento organizzato dal Messaggero a Roma ha spiegato in cosa consiste il suo modello di cradle-to-cradle (“dalla culla alla culla”), un approccio biomimetico alla progettazione di prodotti e sistemi, che modella l’industria umana sui processi naturali. (Guarda la videointervista)

Organizzato da Il Messaggero, l'evento ha il supporto di Aeroporti di Roma, Cattolica Assicurazioni, Eni, Esselunga, Ford, Snam e Terna e con Media Partner Radio2, da sedici anni attenta ai temi degli stili di vita sostenibili con la campagna Mi illumino di Meno.
 
 

La tavola rotonda "Economia Circolare nei servizi e nelle infrastrutture" (modera Osvaldo De Paolini, Vicedirettore de Il Messaggero) 

Nella prima tavola rotonda il tema centrale è dedicato ai modelli di economia circolare nei servizi e nelle infrastrutture. A tracciare il perimetro è Ugo De Carolis, amministratore delegato di Aeroporti di Roma. «Fiumicino a impatto zero? L’aeroporto è una città. Ci lavorano 36 mila persone e ci passano 150 mila passeggeri al giorno. L’energia la produciamo noi attraverso rifiuti e acqua. Nel 2013 era il peggior aeroporto d’Europa in termini di qualità percepita. Ora siamo i migliori. Quando si lavora sulla qualità, si fa eliminando gli sprechi». E poi. «Come facciamo i progetti in modo sostenibile? Abbiamo risparmiato energia: come Co2, 600 milioni di chilometri di una auto. Ora lavoriamo per ridurre i rifiuti». E l’acqua di Fiumicino? «Tutta riciclata, 3.600 metri cubi al giorno. E consumiamo meno acqua potabile per passeggero al mondo».

Spiega Alberto Minali, ad di Cattolica Assicurazioni: «Cosa deve fare una azienda? Generare ricchezza ma non solo. Noi volevamo che le persone di Cattolica non diventassero obsolete. E abbiamo attivato un sistema di osmosi aziendale: chi vuole cambiare ruolo può farlo senza problemi, se c’è una posizione aperta, a parità di stipendio. Ora il clima è migliorato». E le conseguenze? «I costi sono invariati. E le persone sono contente. Non puniamo per gli errori, se chi sbaglia si impegna».

Chiarisce Alessandra Colombo, Head of Circular Economy, Sustainability & Product Stewardship presso Versalis di Eni. «L’industria chimica gioca un ruolo da protagonista. Il primo pilastro è cercare nuove risorse, non quelle che stanno per terminare. Risorse rinnovabili. Puntiamo alle tecnologie di riciclo». Un esempio? «La plastica è riciclabile ma con il riciclo meccanico. Dobbiamo puntare al riciclo molecolare». Ad esempio? «Campi di calcetto in polietilene o vasetti di yogurt».

Prende poi la parola Alberto Sanna del San Raffaele di Milano: «Il nostro ospedale è una piccola città. L’innovazione è dei giovani. Solo facendo team si potrà arrivare a fare innovazione. La chiave è l’ingegneria della consapevolezza. E la salute della persona è la salute dell’ambiente».


La tavola rotonda "Formazione ed Economia Circolare" (modera Luca Cifoni, giornalista de Il Messaggero)

Luca Dal Fabbro
, presidente di Snam e vicepresidente di Circular Economy Network: «Il tema è complesso: il 21% dei nuovi posti di lavoro nel 2019 saranno nel campo della sostenibilità. La direzione è questa. Noi non inquiniamo solo la terra, siamo proprio davanti a una nuova rivoluzione industriale. La plastica o i cellulari sono una ricchezza da riutilizzare. In futuro dovremo riprogrammare il concetto del cibo, specie legato al mangiare la carne. Esorto i giovani a pensarci. Serviranno competenze in materie scientifiche. Trasformare l’economia non è una sfida semplice. Occorreranno tante competenze differenti. Non piangiamoci addosso». (Guarda la videointervista)

Aggiunge
Giovanni Lo Storto, direttore generale di Luiss Guido Carli: «Studenti e professori sanno che c’è urgente bisogno di cambiare punto di vista». Come si fa? «Con la cultura circolare: formazione, esperienze con la concretezza, intelligenza, pazienza. Più consapevolezza, più formazione, più studio». (Guarda la videointervista)

E i lavori del futuro? Illustra alla platea – molto ricca di giovani –
Maurizia Villa di Korn Ferry: «Sono importanti le competenze trasversali. La passione è fondamentale. Occorre accelerare il processo di curiosità e di coraggio anche all’interno delle aziende». E ancora. «Il coraggio di lavorare col vertice, al fianco di chi decide. Le aziende devo attrarre i giovani».

SESSIONE POMERIDIANA


La sessione pomeridiana si è aperta con Filippo Solibello, conduttore di Caterpillar AM Radio2, che ha raccontato i prossimi impegni «ecosostenibili» di Rai Radio 2, dalla prossima giornata Mi illumino di Meno al primo capodanno eco sostenibile della storia che si terrà a Milano. (Guarda la videointervista)

Il panel “Valori e benefici, sfide e opportunità dell’economia circolare” (modera Andrea Andrei, giornalista de Il Messaggero)

Daniela Bernacchi di Global Compact: «Il Global Compact lavora come primo interlocutore con le imprese. Abbiamo una serie di obiettivi da raggiungere tra cui la parità di genere ed etnia. L’Italia? È in quinta posizione. La sensibilità è però crescente. Con le aziende il tema è la responsabilità. Poi insisto sul tema del “gender”. Le ragazze di oggi avranno molte più possibilità delle ragazze delle precedenti organizzazioni».

Ecco poi Marcello Grosso di Poste Italiane: «Nel bilancio 2018 abbiamo cercato di definire impegni e road map. Ad esempio abbiamo inaugurato l’hub di Bologna, grande come 10 campi di calcio, del tutto autosufficiente. E con i piccoli comuni ci siamo impegnati a ridurre del 40% le emissioni». Quanto al gap digitale e tecnologico – continua Grosso – «il tema della digitalizzazione è prioritario. Oggi i servizi digitali sono pari a quelli tradizionali negli uffici. Sulla logistica, inizialmente avevamo giacenze di pacchi non consegnati. Abbiamo stipulato un accordo con la Caritas per dare ai più bisognosi i pacchi smarriti. Per i beni più preziosi abbiamo fatto delle aste dando il ricavato ai bisognosi». (Guarda la videointervista)

A seguire Francesco Mandolini di Esselunga: «Noi produciamo cibi e li vendiamo e siamo carnefici e vittime della circolarità. Non possiamo non occuparcene. Un esempio? Abbiamo la catena del freddo e usiamo energia. Trattando cibi, dovendo passare da plastica a bioplastica, dobbiamo pensare se viene prima la bioplastica, se viene prima la deforestazione». E poi. «Altro grande problema è lo spreco del cibo: doniamo il cibo oppure lo portiamo a casa delle persone. Perché tutto questo condizione l’impatto ambientale e sociale».

Dice Fulvio Rossi, responsabile sostenibilità di Terna: «La transizione energetica e il rapporto con i cittadini? Bisogna ridurre gli impatti negativi e limitare i costi che pure non dipendono da noi. La progressiva decarbonizzazione? È in questa direzione che vanno i nostri impatti. Abbiamo inoltre creato dei green-bond. Il plastic free? Il punto fondamentale è l’esempio: dire a tutti che si può fare e replicare anche a casa. Con Legambiente stiamo lavorando a un vademecum che sarà pronto tra pochi mesi». (Guarda la videointervista)

Il panel "Visione e futuro dell'Economia Circolare in Italia e in Europa" (modera Alvaro Moretti, Vicedirettore de Il Messaggero​)

Enrico Giovannini, portavoce dell’Asvis, è il protagonista del panel dedicato a visioni e futuro dell’economia circolare in Italia e in Europa: «Una storia emblematica. Riciclare pannolini è difficilissimo. O si recuperano i materiali come fa una startup veneta o, come a Berlino, si usano i pannolini usati per produrre fertilizzanti. Il prodotto viene disegnato per essere riutilizzato. Servono innovazione e ricerca. A che punto siamo come sviluppo sostenibile? Negli ultimi 20 anni siamo cresciuti poco. Investire in sostenibilità dà vantaggio ma le imprese lo hanno capito poco. Noi italiani abbiamo inventiva ma ci manca una visione sistemica. Ora si è scatenata la bagarre sul dl clima. Peccato che le cose vadano in conflitto. Noi proponiamo ogni anno una legge sullo sviluppo sostenibile. Cambiare mentalità è molto difficile nelle imprese e nei governi. È un fatto di giustizia tra generazioni, per questo i ragazzi adesso sono arrabbiati. Tutto ciò si compone di tre componenti: ambiente, società, economia». (Guarda la videointervista)


Alle 16, Alessandra Viola e Piero Martin, danno il via alla conferenza spettacolo «1,2… Trash!» dedicata ad imparare divertendosi cosa sono i rifiuti nella gestione nel mondo.

Mengoni: sono cresciuto nel rispetto della natura. Chiusura pop: Marco Mengoni, recordman e star del pop italiano già testimonial della campagna Planet or Plastic? di National Geographic, intervistato da Moretti, ha raccontato al pubblico il suo impegno per l'ambiente attraverso le diverse iniziative che accompagnano da sempre i suoi progetti. «Sono stato fortunato – ha detto – perché sono cresciuto con un nonno che mi ha insegnato il rispetto per la natura.
Cantare ad Agrigento? Cantare per pochi è più complicato ed è stato bello cantare in luoghi tanto belli. E reimmettevamo ossigeno quando producevamo qualche emissione. Abbiamo rinunciato a mettere scenografie e luci per evitare sprechi. Nel mio nuovo disco ad esempio si trova una pellicola di fibra di mais e non di plastica. E questa estate abbiamo lanciato con National Geographic una iniziativa per la pulizia delle spiagge. E poi i fan hanno risposto alla grande, non hanno lasciato rifiuti dopo un mio concerto nelle Marche. Iniziare da piccoli a essere attenti all’ambiente è il giusto punto di partenza».

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