Alitalia, indagati gli ultimi tre manager prima del concordato

L'aeroporto di Fiumicino
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Mercoledì 30 Maggio 2018, 21:12 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 09:21
Il fascicolo che ipotizza il reato di bancarotta fraudolenta nella gestione di Alitalia prima del commissariamento, ora ha tre nomi sui quali si concentrano le indagini. Si tratta degli ultimi tre amministratori delegati dell' Alitalia targata Etihad. Silvano Cassano, Luca Cordero di Montezemolo e Cramer Ball sono infatti indagati nell'ambito dell'inchiesta della procura di Civitavecchia sull'insolvenza della compagnia. Intanto l' Alitalia in amministrazione straordinaria, che a metà giugno svelerà (in anteprima durante la Settimana della Moda di Milano) le nuove divise firmate Alberta Ferretti, incassa l'ok del Senato al decreto per la proroga dei tempi di vendita e di rimborso del prestito ponte, che ora passa all'esame della Camera. L'iscrizione nel registro degli indagati, di cui dà notizia La Stampa, arriva ad una settimana dall'operazione condotta dalla Guardia di Finanza nella sede della compagnia per acquisire documenti relativi alla gestione precedente all'amministrazione straordinaria. L'inchiesta, aperta subito dopo la sentenza del tribunale di Civitavecchia che dichiara l'insolvenza dell' Alitalia Sai (per oltre 400 milioni, l'ultimo bilancio depositato registra una perdita d'esercizio pari a 408 milioni), ipotizza il reato di bancarotta fraudolenta.

Ora il cerchio si stringe intorno agli ultimi tre amministratori delegati: Cassano, a.d. per un anno dal settembre 2014 al settembre 2015; l'ex presidente Montezemolo, che ha assunto ad interim i poteri di a.d. fino all'arrivo del successore nel marzo 2016; e l'australiano Ball in carica fino al tracollo dell'aprile 2017. «Premesso che non sono al corrente di nulla, posso dire che nel breve periodo di interregno tra i due amministratori, nel quale ho dovuto svolgere le funzioni di a.d., l'ho fatto sempre con grandissima attenzione e senso di responsabilità», commenta Montezemolo.
Intanto oggi il Senato ha approvato (il primo voto della nuova legislatura dopo 87 giorni, ha fatto notare Matteo Renzi), con 264 voti favorevoli e 14 astenuti, il decreto che sposta al 31 ottobre il termine per la procedura di vendita e al 15 dicembre quello per il rimborso dei 900 milioni del prestito ponte. «Il tempo per scongiurare l'ennesimo fallimento» di Alitalia «è molto ridotto», ha detto il relatore del provvedimento Mario Turco (M5s), indicando al nuovo Governo il compito di porre Alitalia tra i temi centrali del centrali del dibattito politico e «programmare il rilancio, che si spera definitivo», della compagnia. Durante le dichiarazioni di voto ha annunciato l'astensione Fratelli d'Italia, che poi ha rivendicato di aver bloccato il raddoppio dell'aeroporto di Fiumicino, con l'ok dell'Aula ad un proprio ordine del giorno che impegna il Governo a potenziare lo scalo romano entro i confini dell'attuale sedime aeroportuale. Il provvedimento approvato oggi impegna anche i commissari a presentare alle Camere due relazioni sulla situazione economica e finanziaria della compagnia, una entro il primo agosto e quella conclusiva entro il 31 ottobre.
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