L'Italia risale dopo la crisi del 2007. Ma è ancora troppo lenta

L'Italia risale dopo la crisi del 2007. Ma è ancora troppo lenta
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Venerdì 2 Dicembre 2016, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 16:02
Il contributo maggiore, nella recente fase di recupero, è venuto dalla produzione di beni di investimento grazie agli incentivi

L’Italia, con la sua economia, sta faticosamente risalendo dai minimi toccati nel periodo di recessione. La produzione industriale, sottolinea il centro Studi Confi ndustria, avanza con un passo lento e incerto, non suffi ciente a colmare i solchi scavati dalla crisi più lunga e profonda della storia unitaria in tempo di pace. L’industria è il settore che ha più risentito della crisi. La risalita, iniziata alla fi ne del 2014, è trainata da alcuni comparti, specie quelli con la più alta propensione a esportare, e da alcuni territori, prevalentemente il Nord. Tuttavia, il ritmo della ripresa risulta debole. Nonostante ciò, l’Italia resta uno dei principali paesi industriali al Mondo.

Tra i raggruppamenti principali di industrie, il contributo maggiore nella recente fase di recupero è venuto dalla produzione di beni di investimento, favorita da misure governative per incentivare l’acquisto di beni strumentali. Meno forte è stato l’incremento della produzione di beni intermedi e sostanzialmente nullo quello dei beni di consumo. La media manifatturiera è la sintesi di una dinamica molto differenziata tra i settori. Fatta eccezione per il farmaceutico, i cui livelli di attività sono superiori dell’11,1% a quelli pre-crisi, nessun comparto è tornato sui valori del 2007. In alcuni settori è stata recuperata gran parte della caduta accumulata nel corso delle due recessioni, ma il differenziale per la maggioranza è enorme. I comparti che hanno mostrato la dinamica peggiore durante la crisi sono quelli che hanno una propensione a esportare più bassa.

In questo contesto, uno dei fattori essenziali per la ripresa dell’economia italiana è l’innovazione.
L'ammontare complessivo di conoscenze tecnologiche non è distribuito in modo uniforme lungo il territorio nazionale. Tenuto conto della diversa numerosità delle imprese industriali tra le regioni, in Lombardia si stima la più alta concentrazione di imprese che innovano in modo strutturato (circa il 31% del totale nazionale), seguita a distanza da Veneto (15% circa) ed Emilia Romagna (10% circa). In fondo alla classifi ca si collocano Abruzzo e Molise, Liguria e Umbria, con una quota dell’1% circa ciascuna.


 
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