A 72 anni a piedi in Cina, nonna Vienna pronta a partire: «Il tempo non mi spaventa: abbraccio gli alberi»

nella foto Vienna Cammarota, 72 anni
di Laura Larcan
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Mercoledì 23 Febbraio 2022, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 07:48

Partirà da Venezia il 26 aprile 2022 all’età di 72 anni compiuti e arriverà in Cina, a Pechino, che ne avrà 75. No, non è la trama di un film di fantascienza filosofica in stile “Interstellar”. Il tempo sembra plasmarsi e diluirsi intorno ad una donna particolare (e intrepida) come Vienna Cammarota, perché lei procederà in modalità “camminata”. La definiscono tutti oramai (da quando ha annunciato la sua incredibile impresa dalle aule della Sapienza di Roma in occasione del cinquantesimo Congresso Nazionale dell’Archeoclub d’Italia) la “nonna” a piedi (da sola) sulla Via della Seta.

A 72 anni a piedi in Cina, nonna Vienna pronta a partire: «Il tempo non mi spaventa: abbraccio gli alberi»

Tre anni di camminata. Non la spaventa tutto questo tempo? «Non è il tempo che mi spaventa, ma se veramente ce la farò. Io sono stata sempre una persona determinata e questa mia tenacia mi ha messo nelle condizioni di raggiungere gli obiettivi. Penso che nella vita dobbiamo guardare oltre l’orizzonte ed il tempo e concentrarci sul risultato da ottenere con onestà, voglia di vivere, lealtà! Io non pretendo di entrare nella storia ma voglio lasciare qualcosa alle nuove generazioni. Partire dal Lazzaretto Nuovo di Venezia, ringrazio al riguardo Gerolamo e Giorgia Fazzini dell’Archeoclub D’Italia di Venezia e Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia e da lì attraversare ben 15 nazioni è ossigeno di cultura e valorizzazione del bello».

Nonna a piedi sulla Via della Seta: a 73 anni in Cina sulle orme di Marco Polo. L'impresa di Vienna Cammarota

Origini campane, una vita da guida ambientale escursionistica, che cosa le dà il “camminare”? «Camminare è un balsamo per il nostro corpo.

I piedi pompano sangue al sistema cardiocircolatorio, la mente si svuota e tutti i nostri problemi si acquetano. Per me va oltre, è conoscenza, incontri, emozioni; è un’immersione nella natura, i sensi si acuiscono e mi inebrio di tutto quello che mi circonda».

Le posso chiedere, come si prepara? Allenamento, meditazione…? «Mi preparo soprattutto mentalmente: imparo a stare bene con me stessa da sola, faccio camminate e scalate e mentre le faccio studio i movimenti del mio corpo. Cerco di capire se sono corretti o se sbaglio ad appoggiare il piede. Verifico che la postura sia sempre in linea, che il respiro sia in linea con il movimento e resto guardinga sui dolori ascoltando anche eventuali campanelli e dunque che il mio corpo. Abbraccio gli alberi perché mi danno energia e parlo con i fiori, il Sole, la Luna».

E la dieta? «Ora che mi sto preparando non faccio alcuna dieta, mangio molto spesso. In questo momento il mio unico pensiero è quello di ingrassare, perché so che perderò peso. Attenzione però in quanto sono fondamentali equilibrio e assunzione di vitamine e dunque un’alimentazione basata su cibi di buona qualità. Spesso trascorro intere giornate, periodi e notti anche nei rifugi di montagna a 1800 – 2000 metri e leggo. I cammini li anticipo viaggiando anche con la mente, perché alleno soprattutto la mente e non solo il corpo. La lettura è meditazione ed allenamento!»

Come affronta il percorso? Come pianifica e studia le tappe? «Essendo una Guida Ambientale Escursionistica (non più in Aigae ma ora di Assoguide e Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia nel Mondo) il mio primo pensiero è: “me la caverò anche se non conosco i sentieri”. Dunque la mente è quel luogo che mi fa vedere la mappa prima del percorso stesso. Poi sono un tecnico, mi preparo cercando più informazioni possibili dai libri, da internet, da altri viaggiatori. Questa volta sono supportata da Archeoclub D’Italia, la prima associazione culturale nata nel 1971. Spesso pensiamo che il patrimonio ambientale non sia patrimonio culturale ed invece ha ragione Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia anche quando dice che il Patrimonio Ambientale è Patrimonio Culturale. Anche per questo io parto dal Lazzaretto Nuovo di Venezia».

Come vorrebbe che la gente ricordasse la sua impresa? «Come l’unica donna di 72 anni che è riuscita nell’impresa. Dunque vorrei che la gente ricordasse non come una camminatrice, ma come una osservatrice e portatrice di pace e di fratellanza».

Il suo viaggio sulle orme di Marco Polo. Pensa che questo personaggio straordinario sia ricordato a dovere in Italia? «Credo si debba fare di più. L’uomo sarebbe andato sulla Luna o addirittura avrebbe potuto puntare a Marte senza che prima ci fossero stati Cristoforo Colombo, Marco Polo e comunque anche altri grandi esploratori? Credo che l’Italia debba e possa fare di più perché Marco Polo ha davvero migliorato l’Italia e il Mondo».

Cosa vuole trarre, lei personalmente da questa impresa? «Vorrei tanto far conoscere la vera Asia agli italiani e far capire che il colore della pelle o di religione non è di ostacolo alla fratellanza o amicizia. Io sto dando vita ad un mio diario del Mondo. Ad esempio nel 2016 ho fatto una cosa diversa: a piedi dal Parco Nazionale del Cilento al Parco Nazionale del Gargano concludendo il cammino a San Giovanni Rotondo da Padre Pio. Quello per me fu il cammino della Misericordia in quanto per me era importante ed è tuttora importante, entrare nei bar, nelle piazze e incontrare, parlare, dialogare, leggere gli sguardi ed i sorrisi. Dunque la mia filosofia è la condivisione delle emozioni attraverso la narrazione. Nel 2017 ho poi percorso a piedi da Karlovy Vary ( Repubblica Ceca) a Messina sulle tracce dello scrittore tedesco Wolfgang Goethe. Ebbi la fortuna di essere ricevuta dall’archeologo Sebastiano Tusa, padre dell’archeologica subacquea in Italia».

I luoghi che non ha mai visto e che vorrebbe vedere in questo viaggio? «Tutte le Nazioni che farò: Slovenia, i Balcani, la Bulgaria, la Turchia, la Georgia l’Azerbaigian, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Tajikistan, Kirghizistan, Kazakhistan, Mongolia, Cina».

Pensa ad un dopo Cina? «Se ne uscirò viva dopo la Via della Seta, mi piacerebbe fare il giro del Mondo».

In famiglia che dicono? C’è già qualcuno che segue le “sue” orme? Che insegnamento vuole dare ai suoi nipoti? «In famiglia sono un po’ preoccupati, ma mi lasciano andare e mi seguiranno aiutandomi con collegamenti online a distanza. La terza figlia forse quando avrà 60 anni. Ai nipoti indico la strada del viaggio, dell’esperienza, della conoscenza perché imparino la costruzione e la correlazione di un rapporto equilibrato tra paesaggio fisico e mente!».

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