Videogame, Cristina Nava vince il premio Bafta per il miglior videogioco dell'anno:Mario+Rabbids Kingdom Battle

Videogame, Cristina Nava vince il premio Bafta per il miglior videogioco dell'anno:Mario+Rabbids Kingdom Battle
di Raffaele d'Ettorre
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Mercoledì 21 Dicembre 2022, 12:43 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 12:08

È cresciuta sognando i Bafta, i prestigiosi riconoscimenti annuali assegnati dalla British Academy, ma non pensava di ottenerne uno grazie a un videogame.

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«Li guardavo in tv e pensavo: caspita, magari prenderne uno», chiosa sorridendo Cristina Nava, milanese, un passato come autrice per Lanciostory e Skorpio, oggi senior associate producer per Ubisoft Milano. D’altronde il suo ingresso nell’industria è avvenuto quasi per caso. «Sono sempre stata una giocatrice ma nella vita volevo fare altro, scrivere per cinema, tv, fumetti. Poi vidi un annuncio in Ubisoft, che da appassionata conoscevo benissimo, cercavano un game designer. Mi candidai subito e ovviamente non mi presero». Ma il curriculum a qualcuno piacque tanto da tenerlo al caldo negli archivi della multinazionale francese, un colosso del settore che negli anni ha dato vita a franchise storici come Rayman, Assassin’s Creed e Watchdogs. «Non appena gli servì una sceneggiatrice mi chiamarono subito, ed eccomi qui», a distanza di quasi 15 anni e dopo innumerevoli successi, l’ultimo dei quali al Bafta Children’s Awards, dove Mario+Rabbids Kingdom Battle di Ubisoft è stato votato miglior gioco dell’anno.

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A essere premiato è stato soprattutto il coraggio di Cristina e del team diretto da Davide Soliani, che ha messo mano a due ip storiche - il leggendario Mario di Nintendo e i caotici e dispettosi Rabbids di Ubisoft - per creare un inedito tattico a turni dalla verve e dalla carica eccezionale. «Siamo Ubisoft ma siamo anche un covo di Nintendari: chi non è cresciuto giocando a Super Mario?», ammette Nava, che precisa come l’idea di un mash-up circolasse in azienda già dal 2014. Poi il viaggio a Kyoto per presentare quel progetto visionario direttamente al “papà” di Mario, Shigeru Miyamoto, che si è dimostrato subito entusiasta. Il resto, come si dice, è storia: con Kingdom Battle, Ubisoft Milano ha fatto incetta di premi, 7,5 milioni di copie vendute nel 2021, il titolo sviluppato da terze parti più venduto sulla Switch. E con il seguito, Sparks of Hope, uscito il 20 ottobre, lo studio si è già aggiudicato il premio come “miglior strategico” ai Game Awards di Los Angeles.

LE RAGAZZE

«Non vorrei sembrare una venditrice – scherza Nava – ma se oggi devo scegliere un videogame del cuore, è proprio Sparks of Hope.

Ci abbiamo messo dentro una quantità infinita di amore e passione e siamo orgogliosi del risultato ottenuto. Io stessa sto comprando copie da regalare agli amici per Natale, voglio che ci giochi più gente possibile». Sembra lontanissimo quel 1998 in cui fu fondato lo studio di Ubisoft Milano, in un periodo in cui gli sviluppatori italiani si contavano sulle dita di una mano. «Da allora ho visto cambiare l’approccio culturale al videogioco qui in Italia, l’ho visto crescere e diventare più “adulto”, fino ad ottenere un riconoscimento anche istituzionale». Oggi ci sono i numeri a sostenere questa transizione, perché i vg in Italia sono diventati un’industria capace di generare più di 2 miliardi di indotto all’anno, 160 miliardi a livello globale, dove hanno già superato cinema e musica. Un cambiamento culturale che oggi vede «sempre più ragazze avvicinarsi con fiducia a questo mondo».

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