Donne e lavoro, Sabbadini (Istat): «La pandemia ha colpito le donne: prima del Covid il 50% già non lavorava»

Donne e lavoro, Sabbadini (Istat): «La pandemia ha colpito le donne: prima del Covid il 50% già non lavorava»
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Giovedì 24 Giugno 2021, 14:17 - Ultimo aggiornamento: 16:16

«Donne e lavoro: dal Piano un nuovo impegno per l’inclusione». E' il titolo del webinar del Messaggero andato in diretta streaming su tutte le testate del Gruppo. Un momento di riflessione condivisa con i nostri lettori e con gli ospiti accolti da Maria Latella, Alessandra Spinelli e Roberto Papetti.

Stiamo intraprendendo un cammino decisivo verso il disegno di una nuova società, più inclusiva, grazie al Next Generation Eu e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ma quali sono le reali prospettive di inclusione nel mondo del lavoro per le donne? 
Quanto il Piano sarà capace di convogliare il contributo, l’impegno, le competenze e la capacità di visione delle donne lo vedremo assieme alle massime e ai massimi protagonisti di questo straordinario processo.

A discuterne sono Maria Chiara Carrozza, Presidente del CNR, Chiara Corazza Rappresentante Speciale per il G7 e il G20, Women’s Forum for the Economy & Society, Domitilla Benigni, Ceo e Coo in Elettronica e Presidente Cy4Gate, Linda Laura Sabbadini, Chair Women20 Direttrice centrale Istat, Ilaria Dalla Riva, Direttore Risorse Umane e Organizzazione Vodafone, Margit F. Tveiten, Ambasciatrice di Norvegia in Italia, Mara Panajia, General Manager Laundry & Home Care Italy Henkel, Alessandra Montrasio, Global Communication Manager Nestlè, Bianca Guscelli, Brandimarte Imprenditrice. Chiude Laura Formenti, attrice e stand-up comedian.

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Come si coinvolgono le donne giovani?

Chiara Corazza, rappresentante Speciale per il G7 e il G20, Women’s Forum for the Economy & Society: «Bisogna mettere le donne al centro del progresso scientifico tecnologico, ai tavoli dei negoziati, al centro delle decisioni, invece di chiedere briciole della torta vogliamo mettere gli ingredienti con gli uomini nella torta.

La crescita senza donne non si può fare, più donne nel mondo vuol dire 240 milioni di impieghi da qui a 2025. Il Women Forum è una piattaforma internazionale di rilievo, capace di rare iniziative, creata a Parigi, siamo specializzati non solo su come influire sui leader economici che devono dare l'esempio ma anche sui leader poltiici. L'85% dei mestieri vanno inventati, nessuno sa come saranno tra 4 anni, solo il 20% delle donne sono ingegneri, come si può inventare un mondo nuovo se solo il 22% delle donne percepiscono algoritmi. Senza indipendenza economica le donne non potranno mai scegliere quello che potranno fare». 

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Quote rosa, passa da lì l'empowerment femminile?

Linda Laura Sabbadini, Chair Women20 Direttrice centrale Istat: «Si servono, L'esempio italiano ci dice cose improtanti: con la legge Golfo mosca è stato superato il 40% delle donne nei Cda, è migliorata la qualità non solo delle donne interne ma la qualità degli uomini. I curricula delle donne superiori a quelli degli uomini jha innescato un circolo virtuoso da far si che anche i curricula degli uomini sono diventati migliori. Io non le chiamo quote rosa perché per me è un'azione antimonopolistica, uno strumento per limitare il monopolio maschile nella gestione del potere. E' questo l'empowerment? No, è solo uno dei tanti strumenti che si possono utilizzare per raggiungerlo. La strategia è molto più ampia». 

«Con la pandemia, le donne sono state più colpite. In Italia ci ritrovavamo con il 50% delle donne che già non lavoravano, e nei servizi più colpiti - turismo, ristorazione - c'era precarietà. Il blocco dei licenziamenti, la cassa integrazione hanno agito a difesa dell'occupazione maschile e non femminile, ora corriamo un altro rischio, il Piano di ripresa investe il 57% in rivoluzione digitale e transizione ecologica, sono settori in cui c'è una grossa componente maschile, il rischio è che con lo stesso piano la ripresa non favorirà le donne quanto gli uomini».

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Ilaria Dalla Riva, Direttore Risorse Umane e Organizzazione Vodafone: «La digitalizzazione e lo smartworking se non opportunamente guidati rischiano di essere anti inclusivi. Noi come Vodafone abbiamo fatto un accordo con sindacati che ci portera’ a venire in azienda circa 8 giorni al mese. Abbiamo scelto di adottare un sistema non del tutto flessibile per evitare il rischio che a stare a casa fossero più le donne che gli uomini. E poi il problema della carriera delle donne è legato alla genitorialità, che va affrontata da entrambi i genitori: per questo diamo all'altro genitore 4 mesi e mezzo di congedo pagato. E' un cambio epocale: nel giro di qualche anno cambierà la prospettiva». 

Margit F. Tveiten, Ambasciatrice di Norvegia in Italia: «Nella diplomazia conciliare famiglia-lavoro è molto difficile. Un compagno deve gestire interamente la famiglia. In Islanda, 15 anni fa, l'80% delle donne diplomatiche non avevano compagni. Essere donne e avere famiglia non mi ha mai impedito di avere una carriera diplomatica, ma devo essere flessibile. Anche mio marito è stato un diplomatico».

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