Lavoro per le laureate, aiuti per le madri single e più welfare per liberare le nonne: memorandum per il nuovo governo

Lavoro per le laureate, aiuti per le madri single e più welfare per liberare le nonne: memorandum per il nuovo governo
di Maria Latella
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 28 Settembre 2022, 15:07 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 09:08

Ma perché, fingendo di voler parlare alle donne, in questa campagna elettorale hanno parlato solo di aborto?

Certo, le elettrici sono prima di tutto cittadine e dunque sicuramente attente, come i loro omologhi maschi, alle questioni che più hanno tenuto banco: le tasse, la bolletta energetica, il presente e il futuro del lavoro al quale spesso le donne non hanno accesso. Ma le poche volte in cui si è avuta la presunzione di rivolgersi prevalentemente alle votanti, chissà perché si è scelto di parlare solo e quasi esclusivamente dell’aborto. Perché?

LA SCELTA DELLE REGIONI

 Ho una mia opinione che, in quanto tale, è ovviamente criticabile. Mai come prima, questa campagna elettorale è stata influenzata da ciò che accade fuori dai nostri confini. La guerra, quella in Ucraina e quella In corso tra le diplomazie di Oriente e Occidente, fa sì che anche i partiti locali “importino” i temi lanciati in un altro Paese. Dopo la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, per esempio, il diritto all’aborto è stato ed è al centro di un virulento dibattito in America. È anche al centro di agghiaccianti decisioni in Ungheria dove si propone di far sentire il battito del feto alla donna che ha preso la dolorosa decisione di interrompere la gravidanza. È oggetto di forti limitazioni in Polonia, dove è ammesso solo in caso di stupro o se la salute della madre è in pericolo.

In Italia è di fatto ostacolato in molte regioni per via dei medici obiettori di coscienza. Ciò detto, si è pensato che parlarne funzionasse anche in Italia.

LE POLEMICHE

A destra l’hanno fatto un po’ per replicare alle accuse della sinistra e un po’ perché il vento che spira dalla Polonia all’Ungheria, soffia anche su Fratelli d’Italia e Lega che infatti sul tema dicono, per una volta, le stesse cose: «Non vogliamo abolire la legge sull’aborto, vogliamo dare alle donne che vi ricorrono per problemi economici la possibilità di scegliere diversamente». A sinistra ne hanno discusso da un lato per attaccare la destra, per mettere in guardia dall’assalto a un diritto conquistato dalle elettrici negli anni Settanta. Dall’altro lato speravano di svegliare le coscienze e portare al voto una parte di astensione.

LA FOTOGRAFIA

 Ma le elettrici, quelle che si sono astenute e quelle che hanno votato, hanno altre priorità. Sono donne sole che tirano su i figli, studentesse e laureate che non trovano lavoro perché è mancata una programmazione scolastica efficace, donne anziane che condividono la pensione con i nipoti, sessantenni che si fanno carico di genitori novantenni e di nipotini che al pomeriggio se no starebbero per strada perché la scuola a tempo pieno non c’è. I dati Istat li conoscono tutti, così come il numero crescente di madri single (quasi l’81% delle famiglie monogenitoriali hanno una madre capofamiglia). Le donne caregiver che si occupano di assistenza famigliare sono 420mila, mentre gli uomini sono centomila in meno. Il precariato riguarda il 47,2% delle lavoratrici tra i 15 e i 34 anni, rispetto al 34,4% dei coetanei uomini. Di questo avremmo voluto sentir parlare in campagna elettorale. Ossessivamente. Non con slogan ma con soluzioni. Di questo e di come formare le nuove generazioni perché abbiano un’alternativa all’emigrazione.

IL RIFLESSO

Invece si è surfato tra una polemica e l’altra. Temi vitali per la quotidianità di tante cittadine sono diventati «un apostrofo rosa tra le promesse a vanvera». Chissà, forse è stato un riflesso condizionato: poiché questa è stata la prima campagna elettorale italiana con riflettori accesi su una donna, si è pensato che parlare pure delle altre fosse troppo. Come dicono a Torino, «esageroma nen».

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