La marcia delle ceo è ancora lenta: in Italia sono solo il 3 per cento

Da Cristina Scocchia, ad di Illy Caffè, ad Elena Goitini, a capo di Bnl-Bnp Paribas, ecco alcune delle protagoniste della rivoluzione femminile nei ruoli più alti

Da sinistra, Margherita Della Valle e Cristina Scocchia
di Maria Lombardi
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Mercoledì 26 Aprile 2023, 15:25 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 07:26

La lenta e inesorabile marcia delle ceo. I numeri in Italia crescono e tracciano una strada senza ritorno, sempre più donne conquistano i vertici aziendali.

Nel 2023 le amministratrici delegate sono salite al 24 per cento, con un salto di 4 punti rispetto al 2022, secondo il rapporto annuale “Women in Business”, curato da Bernoni Grant Thornton. Anche nei ruoli di senior management va decisamente meglio (34% rispetto al 30 dell’anno precedente). Buone notizie, insomma, dai piani alti delle società. Se non fosse per quella cifra che continua a segnalare una strettoia: tra le donne che siedono nei consigli di amministrazione, solo il 3% ha l’incarico di ceo e il 4 di presidente. Un dato che colloca l’Italia in fondo alla classifica europea, secondo il report “European Women on Boards”. Ben lontana dalla Norvegia che svetta con il 26%. A conferma che di strada ce n’è ancora da fare, i risultati dello studio dell’università Bocconi che ha preso in esame la presenza femminile nei cda delle 50 principali società quotate in Borsa: solo il 13,7% di donne ricopre ruoli executive, conclude il report del Corporate Governance Lab.

IL BALZO

Nonostante siano ancora poche quelle che raggiungono i massimi livelli, resta il fatto che nei board delle società italiane non ci sono mai state così tante donne, il 41 per cento. Un balzo in avanti enorme se si considera che nel 2011, quando sono entrate in vigore le cosiddette “quote rosa”, eravamo al 7%. Un record legato in buona parte alla «rivoluzione gentile», come l’ha definita una delle promotrici della legge Golfo-Mosca che ha obbligato le società quotate in Borsa e le partecipate a inserire più donne nei propri cda (dal 20 per cento si è passati lo scorso anno al 40). Oggi i board, tra l’altro, sono più giovani, con un livello di istruzione più alto e «registrano risultati migliori». Ma chi sono le prime donne delle grandi aziende? Ecco qualche profilo delle italiane ai vertici, a cominciare da Cristina Scocchia, tre volte amministratore delegato, in L’Oréal, Kiko e dall’anno scorso in Illycaffè. «Ho scalato la vetta e ora sogno più donne ad», ha detto in un’intervista a MoltoDonna. «Siamo ancora prigioniere di stereotipi, più facile avere ruoli istituzionali che decisionali». Alle più giovani, Silvia Candiani, fino a marzo scorso ad di Microsoft Italia e ora vice president telecommunication industry del colosso tech, raccomanda: «Allenatevi al coraggio.

Purtroppo ancora le donne si candidano a un ruolo solo se hanno il 90% delle qualifiche, gli uomini quando ne hanno il 60%. E invece bisogna lanciarsi».

LE PROTAGONISTE

Coraggio, dunque, per andare avanti. Quello che di sicuro non è mancato alle tante manager di successo. Come Elena Patrizia Goitini, la prima banchiera italiana che guida Bnl-Bnp Paribas dal gennaio del 2021, salita così in alto nella carriera con «la sensazione di dover dimostrare qualcosa in più, di dover fare il miglio in più rispetto ai colleghi uomini per guadagnare la fiducia dei superiori». O come Margherita Della Valle, 57 anni, romana, dal primo gennaio ceo e direttore finanziario del gruppo Vodafone che insieme ad altre donne del mondo della finanza ha dato vita a Nxt Gen Women in Finance, per promuovere le giovani donne in questo mondo. Tra le altre super manager, Giovanna Della Posta, amministratore delegato di Invimit Sgr, Lucia Morselli, al comando di Acciaierie d’Italia, Alessandra Ricci, dal maggio del 2022 ad e direttore generale di Sace. E ancora: Vera Fiorani, amministratrice delegata e direttrice generale di Rete Ferroviaria Italiana dal dicembre 2020, Emma Marcegalia, ex presidente di Confindustria ed ex presidente di Eni, e ad del gruppo di famiglia, Catia Bastioli, ad di Novamont, colosso nel settore delle bioplastiche ed ex presidente di Terna, Stefania Pompili, alla guida di Sopra Steria Italia, una delle poche ceo nel settore digitale. E l’italiana inserita dal Financial Times tra le 25 donne più influenti al mondo, Francesca Bellettini, ad di Yves Saint Laurent. 

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