Viaggio nell'Italia della cucina. Gorizia, la ricetta di Matteo Oleotto: «Verdure gourmet delle nonne»

Viaggio nell'Italia della cucina. Gorizia, la ricetta di Matteo Oleotto: «Verdure gourmet delle nonne»
di Claudio De Min
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Mercoledì 23 Febbraio 2022, 11:33 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 09:12

Attore diplomato alla Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine, sceneggiatore e regista: goriziano, classe 1977, autore di cortometraggi premiati (e pluripremiati, come Nonna si deve asciugare), e di un fortunato esordio con il film Zoran, il mio nipote scemo, Matteo Oleotto ha diretto anche la seconda serie di Volevo diventare una rockstar (fra i protagonisti Angela Finocchiaro e Giuseppe Battiston), in arrivo su Rai2. Nel frattempo si dedica alla sua seconda passione, la cucina, sia nella veste di cliente («Consiglio il panettone de L’Oca Golosa, qui a Gorizia, eccezionale») sia in quella di cuoco («A casa cucino sempre io»). O forse la terza, visto che si occupa anche di vino e gestisce la vigna di famiglia, lasciatagli in eredità.

Cuoco a 360 gradi, gli piace inventare, si sbizzarrisce con i risotti («Mi stimolano più della pasta»), ma si dedica anche a piatti tradizionali “rubacchiati” alle nonne, una triestina, l’altra pugliese. «Alla prima – racconta – devo una preparazione semplicissima, della quale non ricordo neppure il nome, ammesso che ne avesse uno: prendo un sedano rapa, lo taglio a julienne il più sottile possibile, faccio io stesso la maionese che va ad amalgamarsi e a coprire il sedano.

E sopra ci metto i capperi a formare disegni di fantasia. Facile e buonissimo. In alternativa preparo il goulash nella maniera classica, anche questo eredità di nonna, altro piatto eccezionale, che però richiede tempo e pazienza, ma regala tanta soddisfazione. Dalla nonna pugliese ho invece preso la teglia di friggitelli (piccoli peperoncini verdi diffusi in Campania) e patate: i primi vanno fritti in abbondate olio, le seconde prima sbollentate e poi fritte anch’esse, aggiungo la cipolla, amalgamo il tutto e lascio in frigo per qualche ora. In tavola una poesia».

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