Opere d'arte contro la violenza, la mostra del numero 1522 fa tappa a Napoli

Opere d'arte contro la violenza, la mostra del numero 1522 fa tappa a Napoli
di Simona Verrazzo
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Sabato 29 Ottobre 2022, 16:18

Una mostra per rendere omaggio al 1522, il numero contro la violenza sulle donne e lo stalking promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un impegno capillare, un servizio attivo in tutta Italia 24 ore su 24. L'iniziativa di un'esposizione nasce dall'idea di come l'arte possa trasmettere il messaggio che, al livello operativo, il 1522 porta avanti ogni giorno in ogni regione. La mostra itinerante si conclude il 25 novembre, Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza Contro le Donne. Creato nel 2006 e dal luglio 2020 gestito dalla ong Differenza Donna, il 1522 è sempre più protagonista di eventi sensibilizzazione: fino all'11 novembre la nuova tappa della mostra è Napoli, nella cornice della chiesa di San Severo al Pendino, edificio monumentale sotto tutela del Servizio Cultura del Comune di Napoli, dove non si svolgono più funzioni religiose bensì attività culturali.


L'esposizione si apre e si chiude con i lavori di Claudia Lodolo. Romana, classe 1965, studiosa della vita e dell'opera grafica dell'artista barese Pino Pascali, attualmente vive e lavora a Castelnuovo di Porto, in provincia di Roma, località che ha ospitato una delle tappe della mostra. La sua prima opera, Divieto Originale (Forbidden), affronta le discriminazioni di genere sulla base di interpretazioni della Bibbia in favore di società maschiliste. La tela raffigura un'enorme mela rossa, il riferimento è a quella del peccato originale, su cui si staglia la scritta «Forbidden», negli stessi caratteri dei cartelli stradali, a sottolineare, anche graficamente, il divieto. La sua ultima opera, Casa di Bambola, celebra l'autodeterminazione, la volontà di voler affermare i propri diritti.
CHIEDERE AIUTO
Ispirato al celebre testo teatrale del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, il lavoro vuole essere un invito per tutte quelle persone, sia donne sia uomini, che hanno avuto e avranno il coraggio di chiedere aiuto, trovando in loro stesse quelle risorse inaspettate per intraprendere un nuovo percorso di vita, quella resilienza che consente di riorganizzare positivamente la propria esistenza nonostante gli eventi traumatici subiti. La mostra affronta anche l'emergenza femminicidi attraverso due opere dell'artista marchigiana Annalisa Mercuri. In CHIEDEvano viene affrontato il dramma delle violenze sulle donne reiterate come le denunce troppo spesso inascoltate: sette stampe realizzate con la tecnica giapponese del mokuhanga e ciascuna successivamente distrutta-uccisa con sette modalità diverse come avviene per le vittime (picchiata, fatta a pezzi, bruciata, presa a colpi di pistola, presa a martellate, sfregiata con soda caustica, strangolata).
In 1st October 2018 l'artista prende spunto da un'indagine della BBC in cui si riferiva che il 1° ottobre 2018 erano morte 47 donne per il solo fatto di essere tali: sono 47 pezzi di cotone come quelli utilizzati per creare le mascherine di stoffa casalinghe durante la pandemia da Covid-19, a testimoniare come uno strumento di protezione della salute possa trasformarsi in un mezzo per impedire di aprire la bocca, soffocando e strozzando.
LA PANCHINA
La mostra di Napoli conta anche la partecipazione di artisti uomini, perché l'impegno contro la violenza sulle donne vede coinvolta tutta la popolazione, sia femminile sia maschile: Angelo di Di Gianfilippo (con Senza titolo, Green Kiss, Underground e S(oggetto)), Carlo Chiatti (con Sartum, Frammenti e Scars) e Werther Germondari (con Ritratti, realizzati nelle due performance Scatto in avanti e Ri-Scatto in avanti). Le iniziative per dare maggiore visibilità al 1522 si susseguono in tutta Italia. Un esempio è la panchina rossa esposta a San Quirico d'Orcia, in provincia di Siena, raffigurante il numero con lo slogan «Fermiamo la violenza sulle donne: ricostruirsi un futuro è possibile».
 

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