Da Ipazia a Rosalind Franklin, la street art omaggia le scienziate

Work in Progress Giusy Guerriero_Ph_Giacomo De Angelis_ MART2022
di Valeria Arnaldi
3 Minuti di Lettura
Sabato 5 Novembre 2022, 20:40

«Una delle donne più dotte di questo secolo». Il Journal de Paris usa queste parole, nel 1778, per ricordare la fisica Laura Bassi, alla sua morte. Tra le prime laureate al mondo e tra le prime a occupare una cattedra universitaria, Laura Bassi ha scritto il suo nome nella storia della scienza e in quella delle donne. Le sono stati dedicati un cratere su Venere e un asteroide. A Roma solo un piccolo giardino.
È stato proprio da questa mancanza, simbolo e metro di una carenza di memoria al femminile - nella Capitale e non solo - che è nato MART 2022. Millennials Art Work, a cura di Dominio Pubblico, che affida alla street art il compito di ridisegnare la toponomastica, cambiando gli orizzonti dell'Urbe e, forse, quelli del pensiero comune. Sui muri di largo Giuseppe Veratti, zona Marconi, nel quartiere che celebra i grandi - al maschile - della scienza, l'11 novembre saranno inaugurate le opere di Rame13, Martina Cips De Maina, Zara Kiafar, Giusy Guerriero e della poetessa e cantautrice Giulia Ananìa: tributi alle donne dimenticate o non sufficientemente riconosciute, che hanno consacrato studi, a volte vita, alle discipline scientifiche, cambiando la società, da Ipazia, matematica, astronoma e filosofa nella Grecia antica, alla chimica Rosalind Franklin, le cui scoperte sono state fondamentali per gli studi su Dna e Rna, e altre ancora. Oltre ovviamente a Laura Bassi.
«Negli ultimi anni la street art è stata spesso usata per fare qualcosa nelle periferie ma senza intervenire in modo strutturale, questo invece è un progetto nobile che va a restituire spazio e attenzione alle donne in un quartiere di uomini, da Marconi a Fermi - spiega Giulia Ananìa - e lo fa con la street art, altro ambito dove le donne sono un po' più in ombra rispetto ai colleghi». Ogni artista ha scelto le sue storie da raccontare. Rame13 firma un monumento pittorico a Laura Bassi, Ipazia, Cecilia Payne e Rosalind Franklin. A quest'ultima guarda anche Giusy Guerriero. Donne e spazio è il tema della facciata di Martina Cips De Maina e Zara Kiafar, impreziosita da una poesia di Giulia Ananìa. «Ho composto il testo proprio per il progetto - prosegue - è dedicato a Samantha Cristoforetti, su cui ho scritto anche una canzone, ancora inedita, con Marta Venturini, Il Sorriso dell'Universo. Ho dato lo stesso titolo alla poesia, in cui immagino che una nuova AstroSamantha possa nascere presto, magari proprio in quei palazzi». I versi si fanno racconto e speranza: «Oggi ti sposi con l'universo, il cosmo che hai dentro sarà la stella che ci orienta quando tutto è spento». D'altronde, il percorso tra le facciate è sì, un viaggio nel passato teso a riscoprire figure che la storia ha sacrificato, ma per costruire un futuro più rosa.
LA FACOLTÀ
Non è un caso che gli interventi siano nelle vicinanze della facoltà di Ingegneria dell'ateneo Roma Tre, a proporre nuovi modelli a chi studia. A inaugurare le opere e sollecitare il dibattito, una tre giorni di eventi, dall'11 al 13, con visite guidate, incontri e altro. «Il progetto non si ferma alle opere - conclude Ananìa - tramite passeggiate urbane, i lavori continueranno a raccontare le loro storie». Più modi per contrastare pregiudizi e stereotipi che, ancora oggi, vogliono le donne meno portate per talune discipline, guardando a un domani in cui, come diceva l'astrofisica Cecilia Payne, «le sciocchezze cadranno per effetto del loro stesso peso, per una sorta di legge della gravitazione intellettuale. E andrà in orbita una nuova verità».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA