Lo schiaffo dell'allenatore di basket all'atleta. Elisa Ercoli, Differenza Donna: «Violenza sempre inaccettabile»

Lo schiaffo dell'allenatore di basket all'atleta. Elisa Ercoli, Differenza Donna: «Violenza sempre inaccettabile»
4 Minuti di Lettura
Martedì 24 Maggio 2022, 12:45

L'atleta di 17 anni sbaglia un tiro al canestro e l'allenatore le dà uno schiaffo: la scena ripresa in un video, nel palazzetto di Rieti, fa il giro del web e scatena una valanga di commenti indignati. Il coach si scusa, la mamma della ragazza che gioca nel Basket Roma minimizza: «Non è stato un ceffone ma una pacca sulla coda. Alla fine della partita con Luciano ci siamo confrontati su quanto accaduto convenendo che non sono gesti belli da vedere, e possono essere fraintesi da chi non conosce il rapporto che c'è tra di noi».

Il caso è chiuso? Come se niente fosse accaduto? Non può essere, risponde in una lettera alla mamma dell'atleta la presidente di Differenza Donna, Elisa Ercoli. Alla nostre figlie dobbiamo mostrare il limite che non può in nessun caso essere superato. E qualsiasi forma di violenza e aggressitività sia sempre inaccettabile.

 

«Oltre ad essere presidente di Differenza Donna sono mamma di 3 figli, due femmine di 19 e 13 anni e un maschio di 13 e hanno sempre fatto sport, a livello agonistico», scrive Elisa Ercoli rivolgendosi alla mamma della ragazza. «Sono sempre stata convinta, da madre, e i miei figli con me, che lo sport possa essere formativo per cogliere le sfide, superare i limiti e le difficoltà, sviluppare la voglia di vincere e di prendersi vittorie, gestire serenamente le sconfitte. Un insegnamento per la vita. Ma per essere tale deve essere molto chiara una cosa: come lo sport va vissuto e come vanno vissute le sfide. Certo è difficile per allenatori e allenatrici, rimanere sempre coerenti ai valori di un educatore, mantenere sempre un modello positivo, anche quando si è fortemente sotto tensione come nelle gare disputate in questi giorni dal Basket Roma. E capisco bene quando mi dice del legame tra sua figlia e l’allenatore: conosco perfettamente la potenza della relazione tra coach e atleta».

Rieti, schiaffo dell'allenatore all'atleta 17enne. La madre: «Solo una pacca». Petrucci: gesto da condannare, attivata la Procura

Ma quel video non lascia ombre a dubbi, secondo la presidente di Differenza Donna. «Quello che mi ha provocato un brivido sulla schiena è stato quel gesto, per niente sgranato e molto chiaro, in cui tutti intorno non hanno visto, non hanno registrato, neanche lei. Ho visto troppo spesso normalizzare la violenza, ma per mia determinazione non mi abituerò mai. Per me, madre ed esperta di violenza maschile sulle donne, quel gesto e soprattutto la reazione che il coach ha avuto, sono esattamente ciò che abitua a pensare che sia legittimo utilizzare modalità aggressive. Un'idea pericolosissima di normalità per tutte le donne e per le nostre figlie: la convinzione che si possano avere relazioni di cura, di insegnamento, di allenamento attraverso gesti di prevaricazione e mancanza di rispetto. Questa convinzione disorienta e confonde soprattutto le giovani donne esponendole irrimediabilmente a relazioni tossiche, fino alla violenza».

E allora, sostiene Ercoli, è necessario spiegare che ci sono limiti da non superare, comportamenti da interpretare e bloccare, relazioni a cui sottrarsi. «Credo, signora Patrizia, che un passo avanti si possa e si debba fare. Soprattutto per le ragazze e le giovani atlete. Mi creda: alla violenza ci si abitua, alle relazioni in cui ti dicono che è amore anche se ti umiliano tramite la violenza ci si abitua. Quando una ragazza vive una relazione di coppia non deve avere il minimo dubbio. Tutte noi dobbiamo avere certezza che mai la violenza sia possibile, neanche dopo un errore in un campo di basket, neanche dopo una scelta difficile, neanche dopo una qualunque decisione. Facciamo comunque chiarezza: in migliaia non abbiamo interpretato un video: abbiamo visto la realtà registrata e inconfutabile di un filmato. Abbiamo visto le urla, lo schiaffo che spinge in avanti la testa di sua figlia, la postura di un allenatore che viene meno al suo ruolo educativo. Noi di Differenza Donna e tutte/i coloro che si sono indignati siamo e vogliamo essere la vera scossa per chi vuole giustificare, minimizzare, spostare le responsabilità (anche inconsapevolmente) e per pretendere invece, sempre, una vita piena di dignità e senso di sé. Sempre. Sarei felice di incontrarla per confrontarci e soprattutto per parlare di quel limite che dobbiamo insegnare, alle nostre figlie e soprattutto ai nostri figli, a non superare mai».

© RIPRODUZIONE RISERVATA