Roma, a Trastevere spunta la statua della "Donna con l'aspirapolvere": l'installazione fa discutere

Roma, a Trastevere spunta la statua della "Donna con l'aspirapolvere": l'installazione fa discutere
di Alessia Marani
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Martedì 25 Maggio 2021, 06:52 - Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 09:57

Piazza Mastai torna inaspettatamente femminista. Ma con un simbolo al contrario, ossia la statua di una giovane donna che passa l'aspirapolvere e lascia di stucco gli osservatori. Insomma, sono lontani i tempi in cui l'onda rosa dei collettivi di sinistra riempiva il cuore di Trastevere alla conquista della legge sull'aborto o, ancora prima, del divorzio, ieri mattina per rilanciare il verbo dell'emancipazione è comparsa ai piedi della ottagonale gradinata della fontana ottocentesca l'insolita e muta raffigurazione. Sotto una iscrizione come si deve a ogni statua che si rispetti: «Ogni donna è libera di essere chi vuole. E deve essere anche libera di scegliere». Con il rimando al sito web lalibertainiziadallatesta.it e un Qr code per visualizzare il contenuto virtuale della provocatoria iniziativa a supporto delle donne che hanno deciso di mettersi in proprio con un'idea imprenditoriale. Già, perché di quello si tratta, di una provocazione. Ma non tutti subito se ne rendono conto.

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Non ci sono megafoni o banchetti, volantini o qualcuno che ne spieghi il significato, come ai vecchi tempi. Giuseppe Ciuffetti, 66 anni, artigiano del cuoio e trasteverino doc, fissa impietrito l'opera mentre stringe la mano del nipotino che ha appena preso dalla scuola. Che sia sorpreso non lo nasconde: «Ho una certa età ma con mia moglie già da 45 anni lavoriamo insieme, lei e io ci dividiamo i compiti, anche in casa. Per esempio adoro cucinare e lo faccio spesso, ieri ho fatto un'arrabbiata... Sinceramente - dice - vedere una statua del genere, pur sapendo ora che vuole esprimere un concetto di libertà, fa male. Non dovrebbe essercene nemmeno il bisogno. Sa perché con mia moglie il matrimonio funziona dopo tutti questi anni? Perché c'è un grande rispetto. Lo stesso che non dovrebbe mai mancare, così in famiglia, che negli ambienti di lavoro e ovunque».
LE CITTÀ
La piazza è avvolta dal vento, il cielo scuro promette pioggia.

La giovane donna che spinge l'aspirapolvere svetta nel semicerchio quasi deserto, popolato solo da qualche barbone e dagli impiegati che lasciano l'ufficio dell'agenzia delle dogane e dei monopoli. In un periodo complicato come quello della pandemia, la Schwarzkopf, brand storico della cura dei capelli, ha ideato la campagna Heads. La libertà inizia dalla testa per accendere un faro sulle tante donne che sono state costrette a rinunciare alle proprie ambizioni per tornare a occuparsi magari solo di faccende domestiche, una realtà che è stata rappresentata con le provocatorie statue posizionate a Roma, Milano e Palermo. Il QR Code che dà accesso ad una serie di informazioni e contenuti che lavorano nella direzione esattamente opposta rispetto allo stereotipo rappresentato e con un click si potranno conoscere le realtà gestite da donne nei dintorni. «Ben venga una iniziativa del genere - commenta Roberto, 58 anni, ingegnere - non credevo ai miei occhi guardandola. E capisco la scelta di averla posizionata in questa piazza, per tanti anni simbolo delle lotte femminili. Ma più che al web, lascerei al dialogo reale la possibilità di aprire cuori e menti». Carmela ha 56 anni e lavora in zona. «Se volevano davvero aiutare le donne in questa piazza - dice - era meglio recuperarla dal degrado. La mattina presto e la sera abbiamo paura di percorrerla perché è piena di sbandati e ubriaconi». Marina dapprima è interdetta, poi approva: «Con la pandemia molte imprese si sono trovate in difficoltà, di uomini e donne. Io per esempio con lo smart working ho lavorato il doppio, anche a casa. Che facevo? Non preparavo il pranzo ai ragazzi? Quando sono al lavoro, invece, se la devono cavare da soli».

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