Papa al Women's Forum: Donne indispensabili per un mondo inclusivo ma in Vaticano restano ai margini

Papa al Women's Forum: Donne indispensabili per un mondo inclusivo ma in Vaticano restano ai margini
di Franca Giansoldati
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Lunedì 18 Ottobre 2021, 16:56 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 22:50

Città del Vaticano  - «Il nostro mondo ha bisogno del partenariato delle donne, della loro leadership e delle loro capacità, così come della loro intuizione e dedizione». Papa in un messaggio affidato al cardinale Pietro Parolin e rivolto al Women' s Forum for the Economy & Society, in occasione dell'incontro, ribadisce la necessità di incrementare la presenza femminile a tutti i livelli della società e nelle organizzazioni. Peccato solo che in Vaticano - dove permane una forte impronta maschilista - le donne non siano ancora collocate ai vertici degli organismi curiali e non possano nemmeno ancora votare ai sinodi, nonostante le battaglie che il mondo femminile cattolico porta avanti da decenni. Persino al sinodo sulla sinodalità che si è appena avviato le (poche) donne che vi parteciperanno in qualità di osservatrici non avranno la facoltà di voto. La avrà, invece, Nathalie Becquart, sottosegretaria e di riflesso membro permanente dell'assemblea sinodale.

Nel messaggio affidato a Parolin il Papa insiste sul «contributo insostituibile della donna nel costruire un mondo che sia casa per tutti», riconoscendo la loro capacità di lottare «contro la logica destabilizzante» del profitto immediato.

Francesco piuttosto mette l'accento sul bisogno di garantire alle donne l'istruzione a ogni latitudine. «Ogni ragazza e giovane donna, in ogni Paese, possa avere accesso a un’educazione di qualità, affinché ciascuna di loro possa prosperare, ampliare il proprio potenziale e propri talenti e dedicarsi allo sviluppo e al progresso di società coese».

«Questo Women’s Forum G20 Italy  giunge molto gradito, specialmente perché il nostro mondo ha bisogno della collaborazione delle donne, della loro leadership e delle loro capacità,nonché del loro intuito e della loro dedizione» si legge nel testo che peraltro fa alcuna menzione al grande tema della violenza.

Argomento super sensibile, visto che la Santa Sede si rifiuta categoricamente di firmare la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, anche nota come Convenzione di Istanbul, trattato rivoluzionario che fornisce una chiara tabella di marcia su come gli stati possono lavorare per un Paese libero dalla violenza di genere. 

Parolin ha poi ricordato il magistero di San Giovanni Paolo II che, già nel 1995, nella Mulieris Dignitatem, scriveva: «I gravi problemi sul tappeto vedranno, nella politica del futuro, sempre maggiormente coinvolta, la donna» e ciò «costringerà a riformulare i sistemi a tutto vantaggio dei processi di umanizzazione che delineano la civiltà dell'amore».

Il messaggio termina con un passaggio in cui si valorizza il genio femminile: «le donne sono concrete e sanno tessere con pazienza i fili della vita». Cosa che potrebbe favorire «un cambio di paradigma non tecnocratico e guidato da un rinnovato senso di umanità». Chissà se anche in Vaticano.

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