Quando Lady Montagu due secoli fa combatteva i novax per diffondere le cure contro il vaiolo

Quando Lady Montagu due secoli fa combatteva i novax per diffondere le cure contro il vaiolo
di Marina Valensise
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Domenica 18 Luglio 2021, 11:50

Cambieranno atteggiamento gli irriducibili schifiltosi no vax apprendendo quali e quante traversie dovette superare l'inoculazione del vaiolo, prima di diventare una collaudata tecnica scientifica e perdere la nomea di pratica diabolica. Una francesista esperta di Voltaire ricostruisce per filo e per segno la vicenda dell'aristocratica inglese che rivelò al mondo l'esistenza di quell'usanza quanto mai bizzarra in uso presso le contadine turche nei territori ai confini della Grecia, e riuscì a imporla all'opinione pubblica grazie all'emulazione da parte della corte inglese.
ECCENTRICA
Mary Pierrepoint, certo, era un'eccentrica in largo anticipo sui tempi. Colta, curiosa, era la bella figlia del conte di Kingston che era sposata per amore, mettendo in scena una fuitina, col nipote del primo conte di Sandwich, Edward Wortley Montagu, membro del Parlamento e dal 1716 ambasciatore alla porta del Sultano. Segnata lei stessa dal vaiolo, era priva di ciglia, ma dotata di uno sguardo penetrante, the Wortley eye, come diceva Alexander Pope, e perciò in grado di cogliere le più sottili sfumature dei paesi in cui venne a viaggiare: dalla ridente Olanda, dove le strade e le donne erano linde e splendenti, per effetto della libertà dei commerci, all'angusto sudiciume della Germania, soggetta a tante monarchie assolute con pochi abitanti e moltissimi mendicanti. Dopo l'inverno a Vienna, fra pranzi a Schönbrunn, grandi vini, cicisbei e concerti nei parchi, i Montagu attraversano il Danubio gelato per puntare a Belgrado, e dopo una tappa a Edirne, arrivano a Costantinopoli nel maggio 1717. L'Ambasciatore inglese è anche il mediatore per la pace tra Austria e Turchia, dopo la fallita conquista ottomana di Vienna, nell'intento di spingere l'imperatore d'Asburgo a battersi a fianco del Regno Unito contro la Spagna. Doppio incarico non privo di insidie, che la moglie seguirà con discrezione, dedicandosi per lo più al reportage etnografico come testimonia la sua corrispondenza sul cosmopolitismo del quartiere genovese di Pera, i palazzi del sultano rivestiti di tappeti e tappezzati di cedro, teatro di bellezza e crudeltà, nonché la libertà delle donne protette dal velo e la loro la sensualità senza lussuria nel segreto dell'hammam.
È a Edirne che Lady Montagu scopre la tecnica dell'inoculazione, il favoloso innesto elogiato più tardi dal nostro Giuseppe Parini, descrivendola all'amica Sarah Chisvell che morirà di vaiolo: «Ogni autunno, finita la calura, la gente fa circolare la voce chiedendo se qualcuno nelle famiglie sia disposto ad avere il vaiolo; un gruppo di vecchie si riunisce, ne arriva una con un guscio di noce riempito della miglior materia vaiolosa, punge con un grosso ago la vena che le viene presentata, medicando la ferita con un pezzetto di guscio vuoto. I bambini giocano insieme tutta la giornata, e restano in perfetta salute fino all'ottavo giorno. Allora comincia la febbre, e stanno a letto due o tre giorni. Eccezionalmente, possono avere più di venti o trenta pustole sul viso, che però non lasciano segni, e in otto giorni stanno bene come prima della malattia. Non si conoscono esempio di persone che ne siano morte; e l'esperienza mi pare abbastanza inoffensiva da tentarla sulla persona del mio caro bambino».
OBLIO
Detto fatto, l'anno dopo, Lady Montagu fa inoculare il figlio bambino dal medico scozzese Charles Maitland, e una volta rientrata a Londra, anche la figlioletta nata in Turchia. Grazie alla principessa del Gallese, il metodo prende piede fra i membri di casa reale. Ma è un medico di origine genovese, Emanuel Timoni, nipote di un medico di corte laureato a Padova, e dragomanno in carica che assiste come interprete l'ambasciatore Montagu, a scrivere per primo sull'inoculazione nel 1714, come corrispondente della Royal Society. Ed è merito di Maria Teresa Giaveri di averlo sottratto all'oblio, ricostruendo quarant'anni di polemiche tra illuministi e oscurantisti, prima che il dottor Jenner non sperimentasse l'inoculazione animale, o bovina (cow pox), da cui il vaccino e la vaccinazione ancora tanto inutilmente bistrattati.

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