Mariagrazia, la Signora dell'Olio, pioniera in Italia con il record dei premi per l'extravergine DOP

Mariagrazia Spanò
di Franca Giansoldati
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Martedì 10 Agosto 2021, 14:02 - Ultimo aggiornamento: 14:34

L'ultimo degli oltre ottanta premi che Mariagrazia Spanò, la Signora dell'Olio, ha ricevuto negli ultimi dieci anni – una medaglia d'oro - proviene dal concorso internazionale di Dubai, negli Emirati Arabi, dove si svolge una sorta di Olimpiade organizzata tra tutti i produttori oleari più importanti del mondo. L'olio dei Monti Iblei, in Sicilia, ha sbaragliato di nuovo tutti, risultando uno dei migliori in assoluto. Maria Grazia Spanò, 60 anni, da quando ha preso in mano l'azienda di famiglia, ribaltando il cliché di genere predominante in un settore da sempre a trazione maschile, ha collezionato un numero record di premi, basta andare sul sito di questa azienda agricola (www.vernera.it)

Il primo riconoscimento della serie è stato un attestato di distinzione dell'Orciolo D'Oro, il più antico concorso professionale al mondo dedicato all'olio extra vergine.

In quel periodo Mariagrazia Spanò era da poco subentrata al padre alla guida della azienda agricola in quel di Buccheri, un piccolo paese del siracusano ricco di storia e di terre antiche. La sua famiglia da quattro generazioni coltivava, raccoglieva e produceva olio, tramandandosi il testimone di padre in figlio.

«Ricordo che quando per la prima volta mi trovai di fronte alle decine di operai chiamati per la raccolta stagionale delle olive e dovevo impartire loro le regole ben precise, stabilire i compensi e organizzare nel dettaglio ogni minima procedura per accorciare i tempi di raccolta e garantire al prodotto la migliore resa qualitativa possibile, mi guardavano con quel sorrisetto sotto i baffi che nascondeva tanto scetticismo. Non nascondo che mi sentii un po' a disagio ma andai avanti. Penso che davanti alla mia determinazione e alla umiltà li ho conquistati e ora posso dire che si è trattato di un passaggio positivo. Nel corso degli anni non ho mai avuto un solo problema. Non ho mai avvertito alcun atteggiamento discriminatorio nei miei confronti. Il mio ruolo è esattamente come quello che potevano avere mio padre o mio nonno o mio bisnonno. Se ripenso ai miei inizi, circa 20 anni fa, penso che per una donna in questo settore sia decisivo dimostrare i risultati. E' la credibilità che si accumula sul campo che rende credibili le donne in un ambito certamente non favorevole» spiega Spanò.

Che il settore dell'extravergine sia sempre più rosa è evidente: basta osservare la crescita numerica - negli ultimi anni - delle aziende guidate da donne, alla nascita di associazioni di produttrici anche se il comparto resta ancora molto maschile.

«Le donne in passato, se erano presenti in azienda, venivano tenute ai margini o, al limite, veniva lasciato loro qualche compito secondario, a volta la gestione della parte commerciale, ma quasi mai la gestione della coltivazione o della lavorazione» ha aggiunto Spanò. Laureata in lingue all'Orientale di Napoli avrebbe immaginato una altra carriera ma con la scomparsa del padre il suo mondo si è per forza di cose ribaltato, trovandosi catapultata in poco tempo a gestire i vastissimi appezzamenti di terreno acquistati dai sui antenati nell'Ottocento.

La sua famiglia si è sempre occupata di ulivi, di frantoio e di come organizzare vendita e spedizioni. «Quando ero alle prime armi ho cercato di non farmi impaurire. Non è mai stato un ambiente facile. Ho cercato di ascoltare molto, di mettere a frutto quello che avevo assorbito sin da bambina in casa e poi ho sempre deciso con la mia testa pensando in modo globale». La società Agricola Vernera è stata una delle prime in Italia ad ottenere il marchio DOP, ad investire nel biologico, a diversificare il marchio di oli super ricercati chiamati con i nomi delle origini: Le case di Lavinia, Le terre di Vito, Vico Rosella n.1. Buccheri, sui monti Iblei, nella Sicilia Orientale, è diventata così conosciuta per essere la capitale mondiale dell'olio vergine d'oliva.

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