Napoli, denuncia il marito per maltrattamenti. In aula la umiliano: «Mi hanno chiesto 14 volte se ho abortito »

Napoli, denuncia il marito per maltrattamenti. In aula la umiliano: «Mi hanno chiesto 14 volte se ho abortito »
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Martedì 18 Maggio 2021, 12:09 - Ultimo aggiornamento: 13:19

Dopo 43 anni di matrimonio denuncia il marito per averla sottoposta «a vessazioni, umiliazioni e violenze con continui rimproveri, schiaffi, pugni e sputi in faccia». L'uomo finisce a giudizio, ma quando la donna, Paola, 66 anni, va a deporre in aula come parte offesa - riferisce il suo legale - si sente umiliata, quasi sul banco degli imputati. «Il giudice e l'avvocato della difesa le hanno chiesto per 14 volte se avesse abortito, come se questa decisione sofferta e senza alternative in qualche modo potesse giustificare le botte, l'umiliazione di verdure prese dalla spazzatura e messe nel piatto a tavola, la testa spinta sul water», dice il legale della donna, Ciro Renino, al quotidiano Il Corriere del Mezzogiorno che oggi riporta il caso.

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Il marito, si legge nella denuncia, la trattava «come una schiava, costringendola esclusivamente a pulire la casa, lavare la biancheria e cucinare secondo le sue direttive, impedendole di prelevare somme di denaro dalla pensione di invalidità che lei percepiva, vietandole anche di acquistare generi alimentari per la famiglia; le negava la possibilità di provvedere, con il denaro residuo della spesa, alle sue basilari esigenze di vita personale, ossia l'acquisto di qualche vestito in economia o di recarsi in caso di assoluta necessità dal parrucchiere». In aula, a Napoli, la 66enne riferisce le vessazioni alle quali è stata sottoposta per anni, poi il difensore dell'imputato pone domande ripetute su una interruzione di gravidanza.

Il verbale

Questi gli stralci del verbale pubblicati dal quotidiano.

Avvocato: «La domanda è questa: lei ha mai deciso di abortire? E suo marito era d'accordo con questo?». Opposizione del legale di parte civile, respinta dal giudice. Paola: «Mio marito mi ha accompagnato, comunque, ha pagato stranamente anche la camera a pagamento. Fu l'unica volta».

Giudice: «Quindi? Chiedo scusa, lei ha abortito di sua volontà?». Paola: «...». Giudice: «Lei ha mai abortito di sua volontà?». Paola: «...». Giudice: «Lei ha mai abortito?». Paola: «Sì, una volta». Giudice: «Di sua volontà? Di sua volontà?». Paola: «Di mia volontà, perché quando io mi ero resa conto di essere incinta mio marito mi ha detto: guarda che il figlio te lo devi crescere tu, e vista la situazione che c'era in casa...».

Per altre sette volte, riferisce il legale della donna al Corriere del Mezzogiorno, il giudice e l'avvocato della difesa incalzano Paola sull'aborto. La prossima udienza è a settembre. L'avvocato Renino sta valutando se chiedere la ricusazione del giudice.

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