Mutilazioni genitali, nel mondo le vittime sono 200 milioni e in Italia 80mila: più a rischio con la pandemia

Mutilazioni genitali, nel mondo le vittime sono 200 milioni e in Italia 80mila: più a rischio con la pandemia
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Sabato 6 Febbraio 2021, 12:34

«Sono stata mutilata per il mio futuro marito, per non fare sesso al di fuori del matrimonio». «Io piangevo, mamma aspetta». «Mi hanno legata a un tavolo, cercavo di scappare». «Molte di noi avrebbero potuto non sopravvivere a quel giorno». Le sopravvissute ai tagli, le mutilate.  Oggi, 6 febbraio,  è la giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili.  Nel mondo 200 milioni di donne e bambine le hanno subite: tra le vittime, 44 milioni sono bambine fino a 14 anni, e 3,9 milioni di ragazze sono a rischio ogni anno. Più di 600.000 donne e ragazze mutilate in Europa e oltre 80.000 in Italia.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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«Noi di Amref lottiamo per la visione di un mondo libero dalle Fgm, e faremo il possibile per contribuire a porre fine alla pratica entro il 2030, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs)», spiega Paola Magni, referente per i progetti di contrasto alle FGM di Amref Health Africa. «La complicazione, ora che il mondo sta affrontando la pandemia di Covid-19 di cui siamo tutti al corrente, riguarda le interruzioni e il rallentamento dei progetti e dei programmi di prevenzione e contrasto delle Fgm». Secondo un report Unfpa, infatti, potrebbero verificarsi due milioni di casi di Fgm nel prossimo decennio che sarebbero stati altrimenti evitati. Un recente studio condotto da Amref Health Africa, in collaborazione con Amref International University, sugli effetti della pandemia Covid-19 sulle mutilazioni genitali femminili e sui matrimoni precoci e forzati in Kenya, ha confermato le paure di Magni. La ragione più comune, riferisce l'Agi, è stata la chiusura delle scuole (50%) e la conseguente permanenza a casa.

«Per me la lotta alle mutilazioni è diventata una missione. Mia sorella ha subito la mutilazione genitale femminile quando aveva solo 12 anni. Dopo pochi mesi, è stata data in sposa a un uomo più grande di lei. Non ho potuto fare nulla per lei, ma da allora ho deciso che questa era la mia battaglia. E voglio vincerla», racconta  Ibrahim Ole Kinwaa, che dal 2017 lavora nello staff di Amref in Tanzania per contrastare le Fgm. Anche lui teme le conseguenze del Covid-19 su un’intera generazione di giovani donne. «Ho paura per le nostre ragazze. Qui in Tanzania la situazione è molto preoccupante. La chiusura delle scuole ha messo a rischio molte ragazze»

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