La modella curvy Laura Brioschi: «Ogni corpo deve avere gli stessi diritti»

Laura Brioschi
di Valentina Venturi
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Domenica 6 Dicembre 2020, 18:47

Laura Brioschi nel 2015 crea il blog lovecurvy.com, a cui poi ha fatto seguito un profilo IG che ha superato il mezzo milione di follower. Modella curvy nel 2018 istituisce con il compagno Paolo Patria, l’associazione no-profit "Body Positive Catwalk", dando vita al movimento Body Positive più grande e importante d’Europa. Con i loro flash mob hanno portato a spogliarsi in piazza centinaia di donne e uomini che si sono tolti di dosso ogni pregiudizio e discriminazione per l’aspetto fisico, come la Body Positive Catwalk a Milano in Piazza Duomo del 2018. Per fissare su carta la sua esperienza, affinché sia da stimolo a più persone possibili, ha pubblicato "Noi siamo luce" (DeAgostini editore). 

Cosa vuol dire essere lovecurvy? 

«Mi sono accorta che potevo accettare le mie curve e il mio corpo. Non conta solo quello che potrebbe essere bello per gli altri, perché altrimenti nemmeno le super modelle si ammalerebbero di depressione o anoressia. Sappiamo bene quante caratteristiche del nostro corpo ci portano a soffrire per le battute che ci fanno: avere poco seno o averne troppo, essere troppo alti o bassi o come per me avere la cellulite e le cosciotte ed essere una taglia troppo morbida per far parte di quella bellezza che è definita standard».

Esiste una parola d'ordine?

«Il mio motto era "Migliorati sempre ma impara ad accettarti", eppure c’è qualcuno che ha interpretato la parola accettarsi come rassegnarsi, ma non è questo. Accettarsi è la base per esser gentili con noi stessi e ti permette di esserlo anche nei confronti degli altri. Ho imparato ad accertare il mio corpo curvy e mi piace vederlo però poteva diventare un altro limite. A volte si dimentica che il body shaming può essere fatto in ogni direzione, anche contro i magri».

La definirebbe una sorta di fobia?

«Il grasso è diventato qualcosa di limitante nella nostra società, come la grassofobia. Io stessa da curvy posso essere grassofobica perché non dipende dalla taglia ma dalla mente. La paura ci porta a dare per scontato che le persone grasse debbano essere reiette, meritino di essere insultate e derise. C’è chi non vuole uscire di casa perché ha paura di venire insultato. È dannoso per tutti, perché ci porta ad avere paura di qualcosa che non dovrebbe crearci questo effetto. Ogni corpo deve avere gli stessi diritti».

Da adolescente è stato complicato?

«Da ragazzina mi ha devastata, sono stata a dieta tanti anni e ora mi accorgo che è così per tante altre persone. La ricerca di questo peso forma che dovrebbe portare alla felicità e alla serenità assoluta quando in realtà diamo inutilmente la nostra umanità in mano a una forma. Quando capiremo che non potremmo trovare il nostro essere perché saremo sempre troppo impegnati a concentrarci sull’apparenza estetica? Ovviamente non vuol dire non volersi bene, coccolarsi o voler essere una versione migliore di sé. Ma questa versione non comprende solo il corpo: comprende l’essere umano che siamo».

Pensa di aver rivoluzionato la sua vita?
«Certo. La mia rivoluzione personale è stata comprendere e accogliere le mie caratteristiche, il mio corpo, il mio animo come anche il mio carattere che ha pregi e difetti. Anche la pignoleria per qualcuno è un difetto e per altri è una qualità, dipende con che atteggiamento la utilizzi, come impari a gestirti».

Ama il suo corpo?

«Sì. So che cambierà nel tempo: è inevitabile. Spero di potergli dare sempre la stessa cura e amore. Trovo assurdo pensare che queste cure, queste attenzioni le abbiamo per la persona che amiamo o per il nostro cane e per i figli e non verso il nostro corpo. Spesso finiamo per punirci od odiarci. Non possiamo avere il controllo totale sul nostro essere ma possiamo provare ad essere gentili con noi stesse e con le altre persone. È essenziale».

 

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