«Oggi tante donne magistrate ma ancora pochissime ai vertici della Giustizia», la denuncia della 'veterana' Gabriella Luccioli

«Oggi tante donne magistrate ma ancora pochissime ai vertici della Giustizia», la denuncia della 'veterana' Gabriella Luccioli
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Domenica 26 Marzo 2023, 17:27

Anche se le magistrate sono sempre di più nelle aule dei tribunali, la loro consistenza numerica non esclude che all’interno dell’ordine giudiziario si ponga un problema di pari opportunità: le percentuali di coloro che ricoprono incarichi direttivi, sono ancora ben lontane, specie nell’ambito degli uffici requirenti (dove raggiungono la percentuale del 23,1%) dal riflettere la composizione per genere della magistratura. L'analisi impietosa arriva da Gabriella Luccioli, 82 anni, entrata in magistratura con il primo concorso aperto alle donne nel 1965, prima “toga rosa” in Cassazione (1988), e nel 2008 prima donna nominata Presidente di Sezione della Cassazione; una veterana nel settore che in un articolo pubblicato su Giustiziainsieme.it ha ripercorso a ritroso il cammino fatto dalle donne in magistratura. Al momento non c'è ancora la parità effettiva.

A suo parere anche la recentissima nomina di Margherita Cassano a Primo Presidente della Corte di Cassazione, pur costituendo un passo fondamentale nel cammino verso la parità e pur rivestendo un forte valore simbolico, è solo la tappa di un percorso, perché – dice - altri tabù restano da abbattere e soprattutto perché questa nomina non scalfisce il dato della insufficiente presenza femminile ai vertici degli uffici.

«Quanto alla partecipazione delle donne all’ organo di autogoverno, si tratta di una storia di gravissima sottorappresentanza. Basti considerare che per la prima volta è stata eletta una togata, Elena Paciotti, nel 1986, a oltre 20 anni dall’ingresso delle donne in magistratura; negli anni successivisi si sono succedute consiliature contrassegnate dall’assenza totale di magistrate o da sparute presenze, sino ad arrivare all’ elezione di una sola donna nella tornata del 2014». 

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Luccioli fa notare che anche il risultato dell’ultimo appuntamento elettorale, che ha visto elette 6 donne togate su 20, non può considerarsi «appagante e vale a dimostrare l’inadeguatezza delle misure previste nella recente riforma Cartabia a garantire un effettivo riequilibrio della rappresentanza».

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«Dobbiamo pertanto prendere atto che esiste tuttora in magistratura un glass ceiling da sfondare ed uno sticky floor da rimuovere. E dobbiamo contrastare la posizione di molti colleghi, anche tra i più progressisti, ed anche di molte colleghe, che minimizzano il problema e si trincerano dietro il mantra dell’eguaglianza formale, che ovviamente non è in discussione, ricordando loro che arroccarsi sul principio di eguaglianza formale, e quindi su un malinteso concetto di parità che non conosce differenze,  vuol dire non solo negare la specificità dell’apporto delle donne alla giurisdizione, ma anche  non comprendere che ciò che viene in gioco è l’eguaglianza sostanziale, la quale si realizza soltanto con la partecipazione effettiva e paritaria di donne e di uomini ad ogni livello di responsabilità, e  che tale partecipazione paritaria è una necessità democratica, e non un optional» scrive Luccioli che conclude: purtroppo è vero che le donne devono fare di più «per essere percepite come uguali».

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