Lavoro, dottoresse e infermiere hanno stipendi più bassi e meno ferie

Donne e stipendi, sono bassi e hanno meno ferie dottoresse e infermiere
di Valeria Arnaldi
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Sabato 6 Febbraio 2021, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:37

Salari più bassi dei colleghi. E meno giorni di ferie. Non minori impegni, responsabilità, fatica. In molti casi, per paradosso, capacità apprezzate più di quelle degli uomini, almeno a giudicare dai numeri, dato che le donne rappresentano circa il 67% del personale del Servizio Sanitario Nazionale in Italia. Nonostante tale riconoscimento, una donna che svolge una professione in ambito sanitario, nel nostro Paese, viene pagata meno di un suo collega. Molto meno, a dire il vero. Il salario delle professioniste del settore è il 24% in meno di quello dei colleghi.

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La ricerca 


Le donne, inoltre, in media, hanno 28 giorni di ferie, gli uomini, due in più. A misurare la distanza tra professionisti e professioniste in ambito sanitario è una ricerca condotta da Lenstore, analizzando trenta Paesi europei sulla base di sei parametri: salari, ferie, ore di lavoro, percentuale di donne impiegate in tale ambito e percentuale di dottoresse, iscritti e iscritte alla facoltà di Medicina. «Con lo scoppio della pandemia - spiega Roshni Patel di Lenstore - i servizi sanitari in tutto il mondo hanno assunto un'importanza ancora maggiore rispetto al solito. Il lavoro straordinario di medici e infermieri ha ispirato moltissimi giovani a intraprendere una carriera nell'industria della sanità. Alla luce di queste considerazioni, è importante sottolineare le opportunità salariali e le agevolazioni offerte alle donne che vogliono praticare queste professioni». Il quadro che emerge dall'analisi è tutt'altro che roseo. Nella graduatoria dei Paesi con le minori opportunità di carriera per le donne nell'industria sanitaria, il nostro Paese è all'ottavo posto. Insomma, la parità di genere è ancora lontana. Guardando ai Paesi europei, con il minor divario retributivo nella Sanità, l'Italia non risulta neppure tra i primi dieci. Sul podio, il Lussemburgo, con il 4% di divario. Stessa percentuale in Belgio. Poi, la Romania, con l'11%, come la Svezia. In Francia, gli uomini guadagnano fino al 21% in più delle donne. Nel Regno Unito, addirittura il 32%. Il minor gap salariale non assicura necessariamente la piena parità. In Lussemburgo, la differenza nei giorni di ferie è più alta di quella italiana: 30 giorni per gli uomini e 26 per le donne. In Romania, invece, i giorni sono 28 per entrambi.

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Il caso Francia


Le parti si invertono in Danimarca, Polonia e Ungheria, dove alle donne è riconosciuto un giorno di ferie in più, ma dove il divario negli stipendi è del 17% rispetto ai colleghi. Lo studio incorona come Paese migliore dove fare professioni sanitarie, se si è donne, la Francia: sono il 79% del personale del Sistema Sanitario Nazionale, c'è un minore divario salariale rispetto all'Italia, hanno 34 giorni di ferie. Al secondo posto, l'Olanda, con un salario annuale medio di oltre 42mila euro per le donne, più basso di quello degli uomini, pari a più di 53mila euro, ma superiore a quello delle professioniste in Italia, dove è di poco più di 32mila euro. Interessante il conteggio delle ore: nella maggior parte dei casi, le donne lavorano settimanalmente qualche ora in meno degli uomini - nel nostro Paese, 32,8 rispetto alle 35,9 dei colleghi - e in Olanda si registra l'orario lavorativo più corto d'Europa per le donne, solo 25,2 ore a fronte delle 32,9 maschili. Il terzo posto è per la Finlandia, dove le professioniste nel settore sono l'86% del personale. In Svizzera, le donne guadagnano più di 72mila euro, gli uomini però oltre 89mila. In Islanda, più di 71mila euro ma i colleghi oltre 94mila euro. La pandemia non ha cambiato le cose. Il gap rimane evidente. E, in molti casi, profondo.

 

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