Luana Zaratti, controllore Atac aggredita sul lavoro: «Donne, denunciate sempre e non mollate»

Luana Zaratti, controllore Atac aggredita sul lavoro: «Donne, denunciate sempre e non mollate»
di Valentina Venturi
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 17:01 - Ultimo aggiornamento: 18:22

«La violenza sulle donne è un atto obbrobrioso. E lo dico per esperienza. A tutte consiglio di denunciare e di non mollare mai». Parole chiare, affermate con convinzione e voglia di stare bene. Perché la storia di Luana Zaratti è di quelle da tenere a mente, non solo il 25 novembre per la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne

Nel 2011, Luana lavora come controllore per l’azienda romana di trasporti pubblici Atac. Un egiziano, trovato da lei senza biglietto, le dà una testata che le frattura il setto nasale. Quello stesso anno, il giorno di Natale, Luana viene colpita da un aneurisma cerebrale e trasportata d’urgenza all’ospedale San Giovanni. In quel momento viene chiesto alla famiglia il permesso di poter espiantare gli organi. 

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Successivamente viene trasferita alla "Fondazione Santa Lucia" dove ha inizio il suo percorso di neuroriabilitazione. In questo reparto Luana trascorre nove anni, oggi viene accudita in Day Hospital e continua a curarsi al “Santa Lucia”, dove è un punto di riferimento per gli altri pazienti: si è ripresa pur con gravi lesioni, avendo subito 22 interventi nell’arco di quattro anni e entrando due volte in coma.

Al suo fianco i genitori Enrico e Alba, che la supportano quotidianamente. Oggi Luana ha 35 anni e vorrebbe che la sua vita tornasse alla normalità: «Mi auguro di avere un compagno e una vita normale. Il mio compagno mi ha lasciato nel 2014, all’epoca convivevamo. Mi manca la normalità. Spero di migliorare e superare tutti gli ostacoli, per poter avere un futuro migliore di questo. Quando non ci saranno più i miei genitori starò a casa, indipendente.

Quella di Luana è la testimonianza diretta che la violenza sulle donne non si ferma al momento dell’atto ignobile e alla cronaca ma, purtroppo spesso, si rivela l'inizio di una disabilità che durerà a vita. «Denunciate - conclude Luana - e non mollate mai. È il mio motto perché la forza a me la danno i miei genitori che stanno qui con me da nove anni senza mollarmi mai. Denunciate sempre, anche se avete un piccolo dubbio».

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