La salute delle donne un business in crescita per le start up al femminile

La salute delle donne un business in crescita per le start up al femminile
di Franca Giansoldati
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Sabato 30 Ottobre 2021, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 16:12

Pensare che solo sei anni fa la parola femtech non esisteva nemmeno. Oggi il femtech - che sta ad indicare tutte le startup tecnologiche progettate per aiutare la salute delle donne - è diventato uno dei settori di investimento più vivaci e sui quali si sta concentrando l'attenzione dei mercati. Secondo l'ultimo rapporto fatto da Frost&Sullivan una delle più autorevoli realtà americane di consulenza finanziaria le proiezioni per questo settore femminile sono da tenere d'occhio e da non perdere di vista. Se nel 2019 i finanziamenti e gli investimenti di questo settore ammontavano a 1,69 miliardi di dollari, tra due tre anni potrebbero oltrepassare quota 9 miliardi di dollari. Ancora più rosee le previsioni che arrivano dal Global Market Insight secondo il quale il mercato femtech potrebbe più che raddoppiare: da 22,5 miliardi di dollari dell'anno scorso potrebbe raggiungere i 65 miliardi di dollari entro il 2027. Una specie di gallina dalle uova d'oro.
LA RICERCA
In ogni caso quest'area legata alla salute femminile ha preso il volo quando i centri di ricerca della farmaceutica hanno finalmente iniziato a realizzare che il corpo dell'uomo e quello della donna - essendo differenti - rispondono in modo diseguale ai farmaci somministrati. Solo fino a qualche tempo fa gli studi clinici si taravano soprattutto sugli uomini, ignorando gli aspetti del corpo femminile. Una scoperta che si è fatta strada ed è servita a riprogrammare i test clinici dei ricercatori misurando le risposte dei farmaci in ogni tessuto e sistema del corpo umano femminile. Le prime start-up femtech inizialmente si sono concentrate su questioni generali e circoscritte alla gravidanza, alle mestruazioni, alla menopausa. Poi però si sono evolute e man mano che si differenziavano incontravano l'attenzione progressiva dei mercati che nel frattempo facevano spazio a interessanti piattaforme di investimenti.
Ultimamente l'Economist ha dedicato un focus a questo fenomeno facendo notare che dopo essere stato ignorato per anni - nel 2020 il femtech ha ricevuto solo il 3% di tutti i finanziamenti per la tecnologia della salute oggi si è trasformato, collocandosi tra gli investimenti migliori da monitorare. L'anno scorso il colosso Bayer, la grande casa farmaceutica tedesca, ha pagato 425 milioni di dollari per acquistare KaNDy, uno sviluppatore britannico relativo a un trattamento non ormonale per i sintomi della menopausa, dalle caldane agli sbalzi d'umore. Bill Gates, il fondatore di Microsoft, invece, ha sostenuto Biomilq, una startup di nuova generazione che ha prodotto latte materno umano coltivato da cellule e punta ad avvicinare entrambi i genitori ai loro neonati. Un altro esempio di successo è costituito da Jennis, una app di fitness nata per le donne che hanno avuto gravidanze. Vengono aiutate ad eseguire allenamenti post-partum partendo dalla scoperta del ruolo svolto da un ormone rilasciato dal corpo femminile in gravidanza capace di far sopportare il dolore del parto rilassando i muscoli dell'addome, delle gambe, della schiena.
GLI ALLENAMENTI
La relaxina questo il nome dell'ormone rimane in circolo nel corpo delle partorienti fino ad un anno dalla nascita del bambino, aiutandole ad evitare lesioni ai legamenti. La campionessa di atletica Jessica Ennis-Hill, dopo aver messo al mondo suo figlio nel 2014, ha individuato un allenamento dolce da fare a casa sfruttando proprio gli effetti della relaxina. La app promossa dall'atleta permette alle donne di ottimizzare i risultati della ginnastica anche durante le diverse fasi dei cicli mestruali, seguendo l'andamento degli ormoni. Il successo sul mercato dalla app è andato di pari passo con la sua efficacia. Un altra app che è decollata si chiama Maven Clinic e un'altra ancora Elvie, quest'ultima concentrata sull'utilizzo di un tiralatte indossabile e invisibile. Le app femminili sono sempre di più. Molte hanno approfondito il monitoraggio delle mestruazioni, altre le fluttuazioni ormonali e i cicli dell'orologio biologico femminile.
FERTILITÀ
Fertility Health, depositato in Gran Bretagna, offre test non invasivi utili a diagnosticare malattie ginecologiche piuttosto comuni. Un altro campo preso in esame riguarda i dolori premestruali, la dismenorrea, di cui soffrono otto donne su dieci. In questo caso i fondatori di Daye, startup britannica, sono riusciti a progettare un tampone che contiene cannabidiolo. Sono arrivati al brevetto osservando che il canale vaginale ha più recettori di cannabinoidi di qualsiasi altra parte del corpo femminile. Visto che il settore femtech va di pari passo alle scoperte della scienza è prevedibile una graduale e crescente crescita da mettere in relazione ad un potenziale mercato di 4 miliardi di donne al mondo. Un altro aspetto che stimola gli investitori è che le donne risultano essere molto più propense rispetto agli uomini ad adottare strumenti digitali per monitorare la propria salute.

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