Lavori domestici equamente ripartiti tra uomini e donne solo se si supera il «gap della percezione conveniente», ecco come

Lavori domestici equamente ripartiti tra uomini e donne solo se si supera il «gap della percezione conveniente», ecco come
di Franca GIansoldati
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Venerdì 23 Dicembre 2022, 14:11

Perché i lavori domestici non sono mai realmente ripartiti in una coppia nonostante il cammino di emancipazione femminile? All'origine di questo gap che non si riesce a colmare nonostante gli sforzi c'è soprattutto una "percezione di genere", un approccio diverso e automatico alle situazioni e agli oggetti al punto da sbilanciare i compiti. Riequilibrare la questione non è facile tanto che si cominciano ad immaginare  interventi politici mirati e congedi parentali maggiori. Gli sforzi individuali non risultano sufficienti a cambiare lo status quo. «L'impatto di interventi mirati su larga scala avrà ripercussioni anche al di fuori della sfera domestica, oltre che al suo interno» si legge sulla autorevole rivista Philosophy and Phenomenological Research, dove i filosofi Tom McClelland e Paulina Sliwa suggeriscono che la disparità è certamente dovuta alla «teoria delle convenienze», vale a dire quel collegamento implicito a oggetti e situazioni in qualsiasi ambito.

In pratica, sintetizzano i filosofi, quando un uomo e una donna entrano nella stessa cucina in disordine, trasandata e sporca è sempre automatico che lo sguardo femminile risulti più allenato a vedere i lavori da fare rispetto all'uomo. Una questione di percezione, secondo i filosofi che hanno coniato una nuova classificazione di azione. E' proprio a causa di questo gap parcettivo che le donne continuano a farsi carico di una quantità sproporzionata di lavori domestici e di cura dei figli anche se gli uomini si ritengono convinti di svolgere l'altra metà delle faccende domestiche.

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«Sosteniamo l'esistenza di una percezione di convenienza di genere partendo dal presupposto che le disparità nel lavoro domestico e di cura non sono solo il risultato di convinzioni, desideri e sentimenti profondamente radicati, ma anche di differenze di genere a livello di percezione: due partner nello stesso ambiente domestico possono sperimentare paesaggi convenienza molto diversi» scrivono i due filosofi.

La percezione di convenienza di genere significa che una coppia sposata può differire nel modo in cui vede il proprio ambiente domestico: quando la donna entra in una stanza disordinata, vede subito dei lavori da fare, mentre queste percezioni non si presentano al marito come un compito corrispondente e automatico. Così la maggior parte dei lavori domestici viene svolto dalla donna e nel corso della giornata si sommano rapidamente disparità significative. Il problema che genera un ulteriore gap, commenta il New York Times che ha dedicato a questo studio una ampia riflessione, è che i maschi continueranno a sovrastimare sistematicamente il loro contributo al lavoro domestico, sottovalutando sistematicamente quello delle partner. «La mancanza di sensibilità alle convenienze dei compiti domestici non è una menomazione visiva; non è come, ad esempio, il daltonismo. In assenza di percezione si può comunque ragionare su ciò che si deve fare». 

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