Wikipedia raccoglie le storie delle eroine della Resistenza

Wikipedia raccoglie le storie delle eroine della Resistenza
di Franca Giansoldati
3 Minuti di Lettura
Sabato 29 Gennaio 2022, 15:42

Fondarono squadre di primo soccorso per aiutare i feriti, contribuirono alla raccolta di indumenti, cibo, medicinali, altre aiutarono a nascondere partigiani ed ebrei braccati dalle leggi razziali. Altre ancora consegnarono messaggi di vitale importanza facendo da raccordo con gli Alleati consapevoli dei rischi. Molte pagarono con la propria vita. Wikipedia ha deciso di allargare l'attenzione alle donne italiane che durante l'occupazione scelsero di combattere i nazisti. Da qualche giorno è stato diramato un appello per raccogliere più informazioni possibili su di loro. «Si sa ancora molto poco dell'esperienza delle donne nel periodo delle persecuzioni razziali e dell'Olocausto. Ancora meno, a parte qualche nota eccezione, di coloro che cercarono di contrastarlo: attiviste, politiche e combattenti hanno nomi e storie pressoche sconosciute» spiegano da Wikipedia.
Visto che i testimoni dell'epoca stanno scomparendo la raccolta di informazioni sta diventando un elemento fondamentale per non disperdere la memoria e consegnare alla storia eroine al momento sconosciute.
Wikipedia ha così promosso una «maratona di contribuzione». Servirà a raccogliere elementi utili da inserire nella enciclopedia web figure eroiche attualmente in ombra, anche creando da zero le voci.
PARACADUTISTA
Donne che, loro malgrado, sono state protagoniste di quello sfortunato periodo storico. Al momento sulla enciclopedia web più consultata al mondo figurano pochissime donne italiane. Per diciannove di loro esiste una lunga biografia e un corredo di immagini e fonti, essendo state tutte decorate con la medaglia d'oro al valor militare.
Per esempio Irma Bandiera, Ines Bedeschi, Livia Bianchi, Gabriella degli Esposti, Iris Versari. Una di queste eroine - ancora in vita - Paola Del Din, di Pieve di Cadore, nella biografia di Wikipedia si racconta che è stata la prima donna paracadutista militare italiana e probabilmente l'unica ad aver compiuto un lancio di guerra dopo essere stata addestrata dai britannici durante la Resistenza.
Aveva il compito di trasportare documenti segreti attraverso l'Italia occupata. La medaglia al valore gli è stata conferita perché nel corso di un atterraggio, riportò una frattura alla caviglia e una torsione alla spina dorsale. Nonostante il dolore lancinante riuscì ugualmente a prendere contatti con gli Alleati nella zona del Friuli, dove era stata paracadutata, e consegnare i documenti top secret che aveva con sé. Nella motivazione della medaglia d'oro al valore militare si legge che «seppe assolvere con virile ardimento i compiti che gli furono affidati». L'aggettivo virile' forse è di troppo visto che il ruolo delle donne è l'altra faccia della Resistenza, non meno eroica di quella maschile.
Gli storici ormai concordano tutti che non esistono nella Resistenza compiti o settori dove non compaiano donne. Finora però la storiografia non ha prestato molta importanza alla ricostruzione delle azioni eroiche compiute dal mondo femminile.
MISSIONE
La giornalista e attivista Ada Gobetti, poco prima della morte avvenuta nel 1968, scrisse che fu proprio la Resistenza a dare alle donne italiane «un'occasione importante per partecipare a tutte le attività della Liberazione, rompere il silenzio e uscire dal ruolo subalterno che era stato loro affidato dal fascismo e dalla Chiesa». Tra le pagine che verranno aggiornate da Wikipedia quella di suor Enrichetta Alfieri, suora nel carcere di San Vittore, Enrica Calabresi, zoologa e vittima dell'Olocausto. Una delle pagine che dovrà aprire ex novo è quella di Zelina Rossi, una operaia che il 21 marzo 1945 percorse in bicicletta da Milano a Reggio Emilia con l'ordine e le direttive del CLN Alta Italia per l'organizzazione dell' Insurrezione Finale. Raggiunse Reggio Emilia tra mille pericoli, posti di blocco, incursioni aeree. Una delle tante figure finora confinate nell'ombra
 

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