W20, delegazione italiana in Indonesia: «Donne nel mondo sempre più discriminate»

W20, delegazione italiana in Indonesia: «Donne nel mondo sempre più discriminate»
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Martedì 19 Luglio 2022, 15:14 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 20:40

«Siamo l'unico soggetto che soffre di discriminazione pur essendo maggioranza del mondo. E soffriamo di discriminazioni multiple. Per colore della pelle, classe sociale, origine territoriale, orientamento sessuale, età, disabilità. In tutti questi casi se sei donna vivi una discriminazione in più. Questa situazione deve finire. Ma per finire ha bisogno della nostra forza e determinazione nel raggiungimento dell'obiettivo. Quella forza che viene dall'essere unite e non divise dalla molteplicità delle discriminazioni. Unite nel difendere i diritti di tutte, in primis quelle più in difficoltà». Lo ha detto Linda Laura Sabbadini, tra le delegate italiane e già Chair della presidenza italiana del 2021 intervenendo al W20 (Women20), il gruppo delle donne del G20 che si occupa di parità di genere ed empowerment femminile, in corso di svolgimento in Indonesia, sull’isola di Sumatra.

«Il lavoro non retribuito è una delle forme che assume la discriminazione contro le donne – prosegue Sabbadini - continua a gravare in gran parte sulle spalle delle donne. E questa è una delle più grandi ingiustizie che le donne subiscono. La cura degli altri è una bellissima cosa. E così la cura del pianeta. È un grande patrimonio storico che le donne portano con sé, l'attenzione agli altri. Ma il carico di lavoro familiare è troppo pesante e impedisce spesso alle donne di poter accedere al lavoro, di permanere nel lavorò quando hanno figli, impone loro di dover accettare lavori di meno ore e meno retribuiti, spesso precari, di qualità e retribuzione più bassa, molte volte irregolari. Il mito della cura è stato usato per ingabbiare le donne in un ruolo rigido che ne impedisce la libertà. Nella famiglia come nella società. I paesi del G20, lo scorso anno, hanno votato la Road map di Roma per sviluppare quantità e qualità del lavoro femminile e condivisione del lavoro familiare. Con proposte precise. Vanno monitorate e sostenute anno dopo anno».

CONFLITTO UCRAINO

Linda Laura Sabbadini, nel corso del proprio intervento si è soffermata anche sul conflitto ucraino e parlando dinanzi alla delegazione delle donne russe, presente al Summit ha sottolineato che «in Ucraina milioni di donne e bambini sono costrette alla fuga, migliaia i morti, a causa della violazione delle regole del diritto internazionale da parte del regime russo. Questa guerra deve finire. Il popolo ucraino e il popolo russo, le donne ucraine e quelle russe, i loro bambini hanno diritto a un futuro di libertà e democrazia. E purtroppo non è il solo caso. Unite tutte, donne di tutto il pianeta per un mondo in cui si diffonda la cultura del rispetto e dei diritti, donne europee, russe, cinesi, ucraine, turche, latinoamericane, curde, africane, afgane. Solo per fare alcuni esempi. Diverse, ma unite. Possiamo dimostrare ai leader del mondo che ciò è possibile».

 Anche Elvira Marasco, Presidente dell’Associazione W20 Italia nel corso del suo intervento ha invitato le delegate internazionali a riflettere su ciò che sta avvenendo in Europa, che è difficile spiegare a una bambina che alle porte di casa nostra c’è ancora qualcuno che non vuole la pace in nome di princìpi che ancora oggi facciamo fatica a comprendere. Così come è difficile spiegare che le donne in Afghanistan sono tornate all’età della pietra e che non possono nemmeno più studiare. «Oggi sembra che le abbiamo dimenticate e non possiamo farlo». I lavori del Summit del W20, che si stanno svolgendo sulle rive del lago Toba, nel nord di Sumatra, proseguiranno anche nella giornata di domani e giovedì 21 e dovrebbero concludersi con l’approvazione di un comunicato finale da consegnare ai capi di Stato e di Governo che si riuniranno a ottobre a Bali. Nel corso del vertice sono previsti interventi di esponenti del governo indonesiano nazionale e locale e di numerosi ospiti ed esponenti della società civile.

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