Donne ai vertici delle aziende, in 10 anni cresciute solo del 3,3%. Gli obiettivi del G20 Empower

Donne ai vertici delle aziende, in 10 anni cresciute solo del 3,3%. Gli obiettivi del G20 Empower
di Maria Lombardi
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Martedì 23 Febbraio 2021, 16:16 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 01:54

Donne ai vertici delle aziende, in dieci anni pochi passi avanti. Troppo pochi. Nei Paesi del G20 sono cresciute solo del  3,3 per cento. La percentuale più alta è stata raggiunta  nel 2019, con il 32,4%. La presenza femminile  nei consigli di amministrazione delle aziende è avanzata dal 15% del 2016 al 18% del 2019. Ma siamo ancora lontani dall'obiettivo della parità nella leadership, stesso numero di uomini e donne in posizioni manageriali, fissato dall’Onu nell’Agenda 2030. E il gender gap - sopra i 15 anni - è ancora fermo al  26%.

La strada è lunga, non c'è molto tempo. Bisogna accelerare. Promuovere la parità di genere nei ruoli di manager nel settore privato è la sfida dei Paesi del G20. Un traguardo a cui guardano i  rappresentanti dei paesi membri del forum delle principali economie del mondo, sotto la Presidenza italiana, che si sono riuniti il .  23 febbrario  nella plenaria del G20 Empower: il tavolo che mette a confronto i leader del settore privato e le controparti governative per sostenere e promuovere l'avanzamento femminile nelle posizioni di vertice. La Private Sector Alliance for the Empowerment and Progression of Women’s Economic Representation (Empower) è stata lanciata al vertice del G20 di Osaka, in Giappone. Sotto la presidenza italiana, il G20 Empower è guidato da Paola Mascaro, presidente di Valore D, con il supporto del Dipartimento per le Pari Opportunità.

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All'evento online hanno partecipato oltre 60 rappresentanti dai paesi del G20 che hanno discusso delle misure da adottare per accelerare il processo di empowerement femminile. I dati degli studi condotti dal G20 Empower in collaborazione con l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) dicono chiaramente che nessuno dei paesi membri del G20 ha ancora raggiunto l’obiettivo della parità. 

Al centro dei lavori, i tre temi prioritari della Presidenza italiana:  People, Planet, Prosperity. Si punta a «fissare obiettivi concreti e misurare i progressi per promuovere la leadership femminile,  rimuovere le barriere che limitano l'avanzamento professionale delle donne, a promuovere le competenze necessarie per l’empowerement femminile».

«Si tratta di un lavoro importante per la Presidenza italiana del G20, sia perché farà leva sull’utilizzo di indicatori chiave, importante per comprendere la realtà delle diseguaglianze e quindi combatterle, e sia per l’approccio volto all’identificazione di quelle condizioni che consentono il sostegno continuo del talento femminile, dalla lotta agli stereotipi alle infrastrutture sociali, educative e di cura, all’armonizzazione dei tempi di vita», commenta Elena Bonetti, Ministra per le pari opportunità e la famiglia.

Paola Mascaro, presidente Valore D e Chair G20 Empower: «Sono orgogliosa di presiedere un tavolo così prestigioso in cui confluiscono le expertise di tutti i Paesi G20. Il nostro lavoro è orientato a identificare soluzioni che portino ad un avanzamento delle donne in posizioni di leadership e ci impegneremo affinché le nostre proposte si traducano in azioni concrete per accelerare la transizione verso una maggiore inclusione e valorizzazione dei talenti femminili nel mondo».

L'Italia

Per quel che riguarda la parità di genere nelle aziende,  all'Italia va la maglia nera tra i grandi paesei europei. L'equità tra uomini e donne nelle societa' quotate, nonostante il nostro paese abbia il primato per le quote rosa nei consigli di amministrazione, a seguito della legge Golfo-Mosca, resta sempre al palo. Una ricerca di Equileap su dieci indici di Borsa e 255 societa' quotate, finanziata dalla Commissione europea, attribuisce alle aziende del Ftse Mib 40 un voto complessivo di gender equality di 42%, inferiore a quello dei principali indici di Francia (52%), Svezia (49%), Spagna (46%) e Germania (44%).

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