Donne sole in strada senza paura con una app. Laura De Dilectis: «Una videochiamata per tornare a casa»

Donne sole in strada senza paura con una app. Laura De Dilectis: «Una videochiamata per tornare a casa»
di Maria Lombardi
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Lunedì 13 Marzo 2023, 15:47 - Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 14:20

Sarah Everard tornava a casa a piedi, alle 9 di sera del 3 marzo 2021. Aveva salutato gli amici a Clapham, un quartiere a sud di Londra. Ma a casa non tornò mai, un agente della polizia metropolitana londinese la rapì, la stuprò e la uccise. Sarah aveva 33 anni. «Quel caso mi colpì molto. Ho pensato a quante volte sarei potuta morire, come lei. Non guido. Di notte tornavo a casa a piedi, da Trastevere a Monteverde, oppure aspettavo il bus per un'ora, al buio. Ero sempre l'unica donna. E capitava l'ubriaco, o il tipo che ti fissava o ti inseguiva. Ma anche a Parigi e Lisbona dove ho vissuto per l'Erasmus mi sono sempre mossa a piedi o sui mezzi pubblici, da sola e a qualunque ora. Non avevo paura, o meglio pensavo di non averne. Mi sono accorta con il tempo di quante limitazioni in realtà vivevo». Laura De Dilectis, romana, psicologa clinica di 28 anni (inserita da Forbes tra le Under 30 da seguire e vincitrice del premio Woman For Business al Women of Europe Awards) ha pensato a Sarah, alle sue notti per strada, alle tante ragazze che attraversano marciapiedi deserti e tremano. E ha deciso di camminare accanto alle donne che si muovono impaurite per le città offrendo loro un servizio di accompagnamento con videochiamata.
Prima ha fondato l'associazione "Donnexstrada" e poi la startup "Violawalkhome". In che cosa consistono?
«Il progetto "Donnexstrada" è nato nel marzo del 2021, subito dopo il caso di Sarah Everard. È un'associazione non profit che ha l'obiettivo di creare un spazio sicuro per le donne e non solo. Offre supporto legale, psicologico, ginecologico e nutrizionale grazie a una rete di professionisti, i soci sono 150, e si occupa di informare e sensibilizzare sulla violenza di genere e la sicurezza in strada grazie al progetto Punti Viola».
Di che si tratta?
«I punti viola sono locali commerciali dove potersi rifugiare in caso di difficoltà, spazi sicuri. Il personale è formato per aiutare le donne in pericolo, fa da intermediario, e le indirizza ai commissariati o ai centri antiviolenza. Sono già 50, a breve saranno 100. Noi vorremmo arrivare ad almeno 600».
E "Violawalkhome"?
«È una startup innovativa che utilizza la tecnologia per la sicurezza in strada. Un servizio di videoaccompagnamento internazionale che funziona 24 ore al giorno. È la prima volta che i social vengono utilizzati con questa finalità».
Come funziona in pratica?
«Non abbiamo un numero di telefono, siamo contattabili su Instagram, la nostra pagina conta 84mila follower. Chi vuole essere accompagnato lungo un tragitto può prenotare la videochiamata sul canale @violawalkhome, specificando orario e lingua. In pochi minuti un volontario risponderà e confermerà la prenotazione. All'ora richiesta sarà richiamato e accompagnato lungo tutto il percorso».
E questo può proteggere le persone che sono in strada?
«Vedere qualcuno impegnato in una videochiamata sicuramente scoraggia l'eventuale aggressore. E poi parlare con qualcuno rassicura chi sta attraversando una strada in cui si sente insicuro. I volontari danno inoltre delle indicazioni, consigliano di guardarsi sempre alle spalle, di far vedere che si è in collegamento, di parlare ad alta voce. Senza contare che le videochiamate e le dirette streaming hanno valore di prova in sede processuale nel caso di aggressioni».
In quanti Paesi siete attivi?
«Oltre che in Italia, in Germania, dove siamo richiestissimi, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Regno Unito. Offriamo il servizio in 17 lingue grazie all'impegno di 120 volontari, di cui 80 impegnati all'estero. Lavorano per noi persone di tutte le età, dagli studenti universitari alle signore anziane».
A cosa state lavorando adesso?
«Stiamo sviluppando una app che permetta non solo di accompagnare h24 chiunque abbia paura, ma anche di chiamare le forze dell'ordine in caso di necessità, essere geolocalizzati, mandare notifiche, scegliere percorsi sicuri, in Europa e nel mondo».
Avete salvato qualcuno finora?
«In Germania una donna è stata aggredita mentre era in videochiamata, una volontaria ha subito allertato la polizia ed è scattato l'allarme, solo per ricordare un caso».
 

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