Diastasi addominale, sintomi, diagnosi e trattamenti: il problema che affligge molte donne dopo il parto

Diastasi addominale, sintomi, diagnosi e trattamenti: il problema che affligge molte donne dopo il parto
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Venerdì 21 Maggio 2021, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 14:11

Si svolgerà sabato 22 e sabato 29 maggio il III Congresso Nazionale “Diastasi dei retti addominali - definizione, sintomi, diagnosi e trattamenti medici e chirurgici”, organizzato dall’Associazione Diastasi Donna ODV con l’aiuto di DreamCom. Grazie alla consulenza dei più importanti esperti del settore che analizzeranno tecniche di diagnosi, prevenzione e cura, a livello chirurgico e non, il Congresso accenderà i riflettori su questa patologia molto diffusa chiamata diastasi dei retti addominali. La diastasi consiste nell’allontanamento dei due muscoli retti dell’addome, che si verifica fisiologicamente in gravidanza per accogliere l’utero in crescita.

La diastasi, di per sé, quindi, è un processo fisiologico, a patto che si risolva entro 12 mesi dal parto. Nel caso in cui questo non avvenga, si trasforma in una patologia molto invalidante.

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DUE NOVITÀ: Ma non è tutto: quest’anno il Congresso prevede due importanti novità. Durante la due giorni, infatti, verranno presentati i risultati del primo studio scientifico realizzato da realizzato da S.I.C.E., The Wall Hernia Group e Diastasi Donna ODV sulla diastasi addominale e la proposta di legge che, per prima, l’Associazione presenterà al Parlamento per far riconoscere la diastasi come vera e propria patologia dal Servizio Sanitario Nazionale.

AL FIANCO DELLE DONNE: Da anni Diastasi Donna ODV si occupa di divulgare quante più informazioni possibili sulla patologia e sui seri disturbi e sofferenze a essa correlati, a cui spesso chi ne soffre, non può e non sa dare un nome. L’iniziativa ha trovato riscontro nei social grazie al successo della Pagina Facebook Diastasi Donna ODV seguita da quasi 17.000 persone e del Gruppo Diastasi Donna ODV - Pazienti che lottano per il SSN che oggi conta 28.000 iscritte. Il vero scoglio è riuscire però a far “accettare” questa patologia dalla sanità pubblica. L’obiettivo primario dell’Associazione è infatti lottare per far rientrare la diastasi nei LEA (Livelli essenziali di assistenza) e permettere che le donne vengano seguite e, nel caso, operate gratuitamente in tutta la Penisola.

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