Dopo l'esplosione Beirut rinasce grazie alle donne, dall'arte alla scienza sono pronte a fare la differenza

Dopo l'esplosione Beirut rinasce grazie alle donne, dall'arte alla scienza sono pronte a fare la differenza
di Simona Verrazzo
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Giovedì 4 Febbraio 2021, 21:29 - Ultimo aggiornamento: 22:09

Sono trascorsi sei mesi dalla terribile esplosione che ha distrutto il porto di Beirut, provocando oltre 200 morti e lasciando senza casa 300.000 persone. Da allora la capitale del Libano sta tentando di rialzarsi, attanagliata dalla crisi economica, la diffusione del Coronavirus e le continue tensioni interreligiose che da sempre attraversano il Paese dei Cedri.

E sono le donne, con la loro resilienza, il motore della rinascita di Beirut,. A testimonianza dell’apporto femminile alla ricostruzione c’è la scultura ribattezzata la “Statua della Libertà libanese”, opera dell’artista Hayat Nazer, realizzata con il materiale proveniente dagli edifici distrutti dall’esplosione provocata da 500 tonnellate di nitrato.

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Hoda Baroudi e Maria Hibri hanno riconvertito il loro negozio di arredamento per interni Bokja, specializzato in oggetti di design, in un laboratorio per dare nuova vita agli oggetti danneggiati dal disastro: un luogo di ricostruzione materiale e spirituale.

La pittrice Yolande Labaki ha invece deciso di mettere a disposizione il suo talento in sostegno delle vittime più fragili dell’esplosione, i bambini, e ha realizzato 100 bambole da donare a coloro che, nella deflagrazione, hanno perso i giocattoli.

Ci sono poi storie di imprenditrici che hanno visto le loro attività gravemente danneggiate, ma non per questo si sono fermate: Aline Kamakian (ristoratrice), Cynthia Raffoul (orafa) e Maria Halios (artigiana dei metalli) stanno riavviando, tra non poche difficoltà, i loro negozi.

Dall’arte alla scienza, le donne libanesi, anche che vivono all’estero, si sono mobilitate per la ripresa della loro terra d’origine. E’ il caso di Aya Mouallem, ingegnere informatico con specializzazione alla Stanford University e co-fondatrice di All Girls Code, programma di tutoraggio tecnologico che si rivolge a bambine e ragazze. Il progetto, realizzato con la compagna di classe Maya Moussa, punta ad avvicinare le studentesse alle abilità STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) attraverso laboratori gratuiti. L’iniziativa, avviata nel 2017, è stata un successo, tanto che ora viene realizzata anche la summer school. Dopo l’esplosione al porto Aya ha avviato corsi per le ragazze rimaste senza casa o senza scuola, per continuare a farle studiare e a sperare nel futuro.

 

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