Donne di legge, chi è stata la prima avvocatessa italiana? Ecco quelle che hanno preceduto Lidia Poët

Donne di legge, chi è stata la prima avvocatessa italiana? Ecco quelle che hanno preceduto Lidia Poët
di Simona Verrazzo
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Giovedì 2 Marzo 2023, 15:09

Il mondo della Legge è sempre più a trazione femminile. L’ultimo esempio è arrivato dalla nomina di Margherita Cassano alla guida della Corte di Cassazione, prima donna a ricoprire questa carica. Un primato che ne segue altri altrettanto importanti, come quello di Paola Severino al ministero della Giustizia e di Marta Cartabia alla Corte Costituzionale. Ma i traguardi raggiunti oggi dalle donne non ci sarebbero stati senza figure che hanno fatto da precursore, anticipando i tempi. É il caso di Lidia Poët, prima donna iscritta all’Ordine degli Avvocati e diventata un modello di riferimento tale da vederla protagonista persino di una serie tv.

Nata nel 1855 a Perrero in un’agiata famiglia valdese della provincia di Torino, Lidia Poët si laurea in Giurisprudenza nel 1881, con una tesi sul diritto di voto delle donne, ma dovrà attendere quasi trent’anni, fino al 1920, per entrare nell’Ordine degli Avvocati. La sua incredibile storia umana e professionale è raccontata in numerosi volumi: tra le ultime uscite spiccano quelli di Chiara Viale per Guerini Next, di Clara Bounous per LAReditore, di Cristina Ricci per Graphot e infine quello di Ilaria Iannuzzi e Pasquale Tammaro per Le Lucerne. Così tanta e recente produzione letteraria non è un caso e si spiega per il profondo segno che questa donna ha lasciato, portando altre donne a scrivere di lei. Grazie alle sue battaglie sia per la parità di genere sia per i diritti civili, è stata fonte di ispirazione non soltanto nel mondo forense e accademico, ma anche dell’immaginario più popolare, tanto che Netflix le ha dedicato la serie tv La legge di Lidia Poët, interpretata da Matilda De Angelis.

L’attenzione sulla sua vita ha aperto l’approfondimento sulle altre figure femminili che hanno fatto la storia della Legge in Italia, come le prime otto donne che superarono il concorso in Magistratura nel 1963. Su questo argomento è utile il volume Eva togata (di Francesca Tacchi, Utet, 2009).

Ma andando a ritroso nei secoli, si scopre che prima della stessa Lidia Poët ci sono stati altri esempi femminili che si sono cimentati nella professione forense. Da qui nasce anche il dibattito che vede in Giustina Rocca come la prima avvocatessa non soltanto d’Italia ma del mondo. Di lei si sa che è pugliese di Trani, nata nella seconda metà del XV secolo e morta nel 1502. A essere passata alla storia è la sentenza arbitrale dell’8 aprile del 1500, pronunciata davanti sia al governatore veneziano di Trani, Ludovico Contarini, sia ai suoi stessi concittadini, per questo scelse non il latino bensì il volgare, affinché potessero capire tutti i presenti.

Ancora più leggendaria è la figura di Ortensia, che nel 42 a. C. si autodifese con un’orazione davanti ai triumviri dell’antica Roma, a testimonianza che i traguardi raggiunti oggi dalle donne hanno radici molto lontane, ma la volontà di affermarsi e assicurarsi la parità con gli uomini è il fil rouge che attraversa da sempre la Storia.

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