La deputata ucraina, «per l'8 marzo alle donne di Kiev servono armi e non fiori»

La deputata ucraina, «per l'8 marzo alle donne di Kiev servono armi e non fiori»
di Franca Giansoldati
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Martedì 8 Marzo 2022, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 17:40

Al netto della retorica e della propaganda inevitabile la resistenza delle donne ucraine che hanno deciso di restare e dare il proprio contributo al fronte mostra i contorni eloquenti di un infinito coraggio e tanta determinazione. Ci sono donne che lavorano in prima linea come medici e paramedici, chi offre aiuto a smistare beni di prima necessità, chi controlla le scorte, chi aiuta a costruire trincee, chi assembla pezzi per costruire barriere, chi ha messo a disposizione le sue conoscenze informatiche, chi ha imbracciato le armi e indossa la mimetica.

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Una giovane deputata, Kira Rudik, stamattina ha festeggiato l'8 marzo con un messaggio rivolto alle ucraine. Sulla sua scrivania ha lasciato in bella mostra un kalashnikov. «In questo momento sono a Kiev. Solitamente per questa giornata i bambini davano alle mamme dei fiori e dei bigliettini per segnare così un giorno speciale. Oggi i bambini non hanno questa possibilità, sono nei campi rifigiati oppure sono molto lontani. Quest'anno le donne ucraine riceveranno (forse) dei fiori, ma non solo di fiori hanno bisogno, perchè ci vogliono delle armi per proteggere il paese a fianco degli uomini da Putin, un dittatore pazzo. Care donne ucraine mi voglio congratulare con tutte voi per combattere, restate col morale alto, sono orgogliosa di voi».  

Kira nella vita, prima di essere stata eletta in parlamento sotto le insegne del partito di opposizione di stampo liberale-europeista (Golos), è stata una manager di Amazon. Il suo piccolo appartamento dove vive con un gatto è ora aperto a chi ha bisogno.

Per rendere ancora più plastico l'eroismo delle donne ucraine in questi giorni è stata diffusa una leggenda al fine di evidenziare l'eroismo quotidiano diffuso ovunque, in ogni paesino della campagna come in città,  specchio dello spirito indomito delle donne che non si arrendono. Si racconta che una signora di una certa età, Elena, era seduta sul balcone a fumare quando ha visto da lontano qualcosa che fluttuava lentamente. Inizialmente ha pensato fosse un corvo se non fosse stato per il ronzio meccanico, e invece era un drone che la vecchietta ha abbattuto lesta scagliandogli contro un barattolo di cetrioli. La narrazione epica e piuttosto surreale ha subito creato il mito della nonna che abbatte i droni russi, sollevando al contempo il dibattito ironico se fossero cetrioli o pomodori quelli che erano nel barattolo lanciato contro l'obiettivo militare. «Questi erano pomodori con prugne, i miei preferiti. Un barattolo da un litro». Secondo il sito Liga.life.net il drone sarebbe  stato comandato da saccheggiatori che cercavano appartamenti senza proprietari da saccheggiare. Nessuno ha mai confermato questa notizia, ormai entrata nell'immaginario collettivo sulla reattività delle ucraine.

Nell'8 marzo le donne ucraine che scappano, che lottano, che resistono sono davvero nel cuore dell'Europa. La presidente Ursula Von Der Leyen ha reso omaggio a tutte con un brevissimo messaggio carico di pathos nel quale rende loro omaggio per combattere per la libertà, per essere al fronte, per proteggere i propri cari. Esempi di amore, dedizione e unità. 

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