Dalla Roma neorealista dell'immediato dopoguerra, complicata ma piena di vitalità, agli anni Settanta e Ottanta, stimolanti benchè attraversati da mille inquietudini. La vita di Alba Gonzales, scultrice di fama internazionale, è uno spaccato dal quale affiora tutta la sua potenza che, tappa dopo tappa, ha disegnato con il tempo la sua maturazione artistica. Le amicizie e gli incontri con tanti intellettuali, da Igor Man, a Remo Croce, e poi Ennio Moricone, Maria Luisa Spaziani, Ugo Moretti; oppure i critici d’arte, Giorgio di Genova, Mario Lunetta, Giammarco Puntelli, Vittorio Sgarbi.
Oggi bisnonna felice, questa artista eclettica si è raccontata in un libro che inizia con i ricordi relativi all'abbandono del padre in una capitale ferita dove per tante famiglie era complicato tirare avanti. «Vivevamo in ristrettezze, quasi in povertà.
L'esposizione fu un successo. La sua biografa ufficiale, Annamaria Barbato Ricci, ha scritto di lei: «Non riesci a spiegartelo come fa, lei così minuta e apparentemente fragile, delicata, elegante a ‘partorire’ opere d’arte monumentali che intrecciano miti e fantasia; stimolano l’introspezione su grandi temi come la Giustizia e la tragedia del femminicidio; la dolce Madonna che ‘sotto il suo manto’ protegge madre e bambino e la cocotte ammiccante che simboleggia quest’epoca di escort. Alba Gonzales di fatto rappresenta il prototipo (difficilmente eguagliabile) di una donna ‘illuminata’ dall’aura della creatività».
Le sue opere sono esposte a San Francisco a Losanna, Parigi, Belgrado, Spalato, Maastricht, Burgas. Un lungo percorso raccontato in “Vissi d’Arti fra danza, canto, scultura e resilienza”, con un’introduzione critica di Vittorio Sgarbi, un volume edito da Gangemi Editore International.