Imu e tasse universitarie,
le sorprese di fine anno

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Giovedì 20 Dicembre 2012, 17:59 - Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 18:20
Perugia, Luned 17 Dicembre, sera. Torno a casa dopo una lunga giornata di lavoro, non particolarmente memorabile, certamente invece segnata dal pagamento, amaro, in termini economici, dell'ultima rata dell’IMU.



Prepariamo, io e mia figlia, la tavola per la cena, mentre mia moglie finisce di cucinare le pietanze.

Ci sono anche i gatti, cinque, tutti “trovatelli”, che arrivano in frotte, cui dar da mangiare. Dispensiamo loro un po’ di crocchette e un po’ di umido e poi ci mettiamo a tavola.

Un trillino sul telefonino di mia figlia, che segna l’arrivo di una e-mail.

da parte dell’Universit degli Studi di Perugia (mia figlia si immatricolata quest’anno), che informa circa la scadenza del pagamento della II rata dell’iscrizione all’anno accademico 2012/2013.

“Entro quando bisogna effettuare il versamento?” domando.

“Entro il 31 Dicembre” risponde mia figlia.

Sono rimasto basito.

Non ho potuto non pensare a una sordida regia, che ha aspettato le ore 20:00 dell’ultimo giorno utile per il pagamento dell’IMU prima di comunicare quest’altra “supposta”.

“Ma abbiamo gi dato a Dicembre, – dico – era necessaria anche quest’altra salassata? Non si poteva, pi opportunamente, rimandare almeno di un mese, almeno nel nuovo anno?”.

Ma tant’. Noi cittadini, oramai, non contiamo pi niente. Siamo, come si dice con un indovinato adagio, l’ultima ruota del carro.

Stiamo pagando (aumento dell’Iva, IMU, accise benzina, bolli sui depositi bancari e postali, …) per colpe non nostre (o almeno in larga parte non nostre), per colpe di una politica che ha saputo pensare, principalmente, e spesso grevemente, superbamente, intollerabilmente, solo a se stessa, da vera e propria casta.

Paghiamo per rimettere in carreggiata uno stato che fornisce, come contropartita, servizi spesso del tutto insufficienti e certamente non paragonabili ai sacrifici economici che ci vengono richiesti.

Paghiamo e non possiamo, noi cittadini, imporre gabelle ad altri, a nostra volta, se non a noi stessi, ai nostri figli, ipotecando il nostro futuro.

Cos non va.



Massimo Gagliardi, via Facebook
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