Bioetica, un Palazzo a Palermo intitolato
a Flavio Beninati

foto Desideria Burgio
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Venerdì 24 Maggio 2013, 20:13 - Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 14:12

ROMA - “Se si credesse davvero nel valore delle opere d’arte, nessuno le venderebbe! L’Italia notoriamente il paese che ha sempre avuto il pi gran numero di inventori al mondo, se si volesse veramente risolvere la crisi economica, anziché lasciare che i nostri brevetti vengano venduti all’estero per poi ricomprare i prodotti che ne derivano, bisognerebbe fare un censimento di tutti gli inventori e le invenzioni italiane, selezionare quelle giuste, comprare i brevetti e creare per ognuno di essi una fabbrica. Si creerebbero innumerevoli posti di lavoro e si otterrebbero così prodotti finalmente originali e competitivi sul mercato mondiale”.

Questo pensiero di Gino De Dominicis (1947-1998), di cui sia l’arte che i celebri aforismi sono diventati oggetto di culto, è stampata sulle magliette dell’Associazione Flavio Beninati e ne riassume una delle sue fondamentali mission: raccogliere e archiviare le biografie di artisti, scienziati, inventori, compositori e di altri talenti italiani ignorati dalla storiografia, per le ragioni più svariate, ma che, in questa raccolta, trovano un dovuto riconoscimento ai loro meriti scientifici o intellettuali.

Così, on line, nell’Archivio Flavio Beninati (www.flaviobeninati.net) si trova la biografia di Michelangelo Florio Crollalanza poeta e drammaturgo italiano del Rinascimento, che secondo alcuni studiosi potrebbe essere identificato con William Shakespare (letteralmente: scrolla – lancia), spiegando così alcune lacune nella biografia del bardo. Per approfondire questa notizia, si può ascoltare la prima puntata dedicata al Crollalanza, della serie “Personaggi contesi” su Radio Artom – una web radio che fa parte sempre dell’Archivio, e parte integrante dell’attività dell’associazione. Navigando tra radio e archivio si potrebbe così scoprire anche chi era Filoteo Alberini (Orte, 14 marzo 1867 – Roma, 11 aprile 1937) regista italiano e pioniere del cinematografo, in anticipo di un anno sui ben più noti fratelli Lumière, e leggere di come Olinto de Pretto (fisico di Schio) annunciò all’Università di Padova la famosa formula E=mc^2 già nel 1902, cioè due o tre anni prima dell’enunciazione di Einstein.

Tutto questo viene studiato, approfondito, archiviato e divulgato in un centro di cultura unico in Italia, aperto da pochi giorni nel cuore di Palermo. Un progetto ambizioso e interamente autofinanziato, dedicato alla memoria di Flavio Beninati, la cui vita è stata stroncata a soli 33 anni, sette anni fa, dopo un incidente traumatico e un mese di coma. Ce ne parla il fratello di Flavio, Manfredi – artista visivo tra i più interessanti e affermati sulla scena internazionale – che con la mamma Carla Garofalo, avvocato, e con la giornalista Tiziana Lo Porto, hanno fondato l’Associazione a lui dedicata.

“Viaggiando molto insieme, Flavio ed io, ci rendevamo conto di quanto fosse bistrattata la cultura italiana nel mondo” afferma Manfredi. “Una volta, un mio amico australiano, che aveva appena organizzato un festival di riscoperta della musica barocca, è venuto a casa mia portandomi un catalogo del festival. Sfogliando il programma ci rendemmo conto che, tra gli oltre sessanta compositori, non c’era neanche un italiano! Trattandosi di musica barocca era alquanto strano perché noi sapevamo quanto questa fosse una faccenda soprattutto italiana. Quando chiesi al mio amico il perché dell’esclusione mi disse che non aveva ricevuto nessuna risposta dalle istituzioni italiane preposte a dare queste informazioni, mentre dal British Council e dall’Istituto Cervantes aveva avuto subito le notizie che cercava. Ci disse: dovreste fare qualcosa voi, perché in Italia non c’è nessuno che tenga un archivio di quello che è stata la cultura italiana del nostro passato in maniera schematica e snella. Così, già da allora con Flavio avevamo pensato a fare qualcosa del genere”.

Archivio e Radio sono già attivi, così come le iniziative di stampo editoriale – sia multimediale che cartaceo - ma entro settembre aprirà al pubblico anche una biblioteca che attualmente contiene oltre duemila volumi su argomenti vari, e nella stessa saranno attivati servizi di consultazione in sala lettura, un caffè letterario, un angolo dedicato ai piccoli, laboratori di lettura e scrittura, proiezione dvd e supporto ai non vedenti. Ma non solo: l’Associazione, che si sviluppa all’interno di una palazzina intera, contiene anche una sala convegni e un laboratorio di scultura dove verranno fatti corsi sul design.

Il cuore del progetto però è La Lettera F, il cui titolo proviene da un’installazione di Manfredi Beninati realizzata all’Accademia Americana di Roma nel 2007, la cui attività è dedicata all’approfondimento dei temi della bioetica, lo stato di coma e l’etica di fine vita. Di questa sezione si occupa Carla Garofalo, che racconta come gli studi più recenti sulla materia, che è in fieri, stanno dimostrando che anche in coma esiste una certa attività celebrale, addirittura onirica: “Noi non assumiamo posizioni riguardo a un tema così delicato, siamo solo osservatori e divulgatori. Nei nostri fini statutari è scritto l’obbiettivo è di sensibilizzare l’opinione pubblica e le strutture istituzionali affinché si legiferi con maggiore attenzione e non si lasci alla discrezionalità dei “camici bianchi”, più o meno illuminati, di decidere su come una persona debba abbandonare il contatto con la vita”.

L’Associazione oltre a studiare e approfondire i temi legati alla bioetica, attraverso un comitato scientifico di esperti, si apre al pubblico in maniera operativa, attivando un pool di giuristi che si occupano dei Diritti degli indifesi e costituendo un osservatorio vicino ai maggiori ospedali di Palermo. “L’osservatorio sarà una sorta di statistica sulla stato degli ex comatosi, di coloro ce sono usciti dal coma, dove racconteremo le loro esperienze”, spiega Carla Garofalo, “unitamente a questo ci saranno dei piccoli alloggi predisposti ad ospitare - gratuitamente e per brevi periodi - familiari di persone, prevalentemente di giovani, che sono in stato di coma e che non avrebbero la possibilità di pagarsi un albergo per stare vicino ai loro cari”.

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