Sherlock Holmes, ragazzo prodigio. Lane: «Così ho inventato l'adolescenza del celebre detective»

Sherlock Holmes, ragazzo prodigio. Lane: «Così ho inventato l'adolescenza del celebre detective»
di Fiorella Iannucci
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Giovedì 25 Aprile 2013, 13:21 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 16:22
ROMA - Ha 14 anni ma possiede gi una mente matematica e una memoria prodigiosa. Ed in grado di risolvere casi complicatissimi. Certo, non c’ ancora l’inseparabile Watson: è un istitutore, l’ex cacciatore di taglie Amyus Crowe, a dargli lezioni di investigazione, affidando prove e indizi a quella logica deduttiva nella quale il ragazzo eccellerà da grande. Stiamo parlando del giovane Sherlock Holmes, personaggio creato non da sir Arthur Conan Doyle, ma da Andrew Lane. E’ lui infatti a firmare la serie Young Sherlock Holmes («Ho scritto già il sesto volume e iniziato il settimo, che sarà ambientato in Italia», dice lo scrittore inglese): gli unici libri, tra quelli dedicati a Holmes adolescente, approvati dal Conan Doyle Literary Estate.



Lane, 50 anni, protagonista alla recente Fiera del libro per ragazzi di Bologna, laureato in fisica, ora scrittore a tempo pieno (la sua serie è tradotta in 13 Paesi), ha la stessa passione per misteri e complotti del suo giovane eroe. In Ghiaccio sporco, la terza avventura di Sherlock, è addirittura suo fratello, l’integerrimo Mycroft, ad essere accusato di omicidio. Con prove “schiaccianti”: perché trovato con un coltello in mano nella stanza chiusa a chiave dell’esclusivo Diogenes Club, insieme a un cadavere. Un rompicapo che il giovane Sherlock risolverà insieme a Mycroft; viaggerà con lui, sotto falsa identità e al seguito di una ambigua compagnia teatrale, fino alla Mosca zarista.



Mr Lane, quando è nata la sua passione per Sherlock Holmes?

«Molto tempo fa. Avevo 9 anni quando comprai, di seconda mano, Uno studio in rosso. Non c’è ragazzo che non sappia chi è Sherlock Holmes».

Conan Doyle ha lasciato nei suoi 56 racconti e 4 romanzi solo indizi sul passato del suo personaggio. Perché ha voluto reintegrare la parte mancante?

«Perché sono stato un fan di Sherlock per tutta la vita. E più crescevo, più mi domandavo come era da bambino. Sappiamo che Holmes è un maniaco depressivo-compulsivo ma ha, oltre alla logica, altre qualità: suona perfettamente il violino, è un abile chimico, uno spadaccino, un boxeur ed è bravissimo nei travestimenti. Le due anime di Holmes, quella logica/razionale e quella artistica/creativa, mi hanno fatto pensare a due figure paterne, che avrebbero potuto influenzare il suo carattere. Così mi sono liberato del padre militare e ho affidato quel ruolo a due personaggi: Crowe, l’istitutore americano, e Rufus Stone, il maestro di violino di Sherlock. Il ragazzo vorrebbe accontentare entrambi, ma non ci riesce perché pretendono da lui cose diverse. Questo spiega la polarità del carattere di Holmes».



La Londra vittoriana, aristocratica e miserabile, descritta nel suo romanzo, è un arazzo pieno di dettagli storici, dove compare anche la poco nota Necropolis Railways...

«Solo i vittoriani potevano progettare una linea ferroviaria solo per i defunti e con tre titoli di viaggio (prima, seconda e terza classe) per le bare. Sì, è tutto vero. Del resto penso che chi scrive per i ragazzi abbia il dovere di documentarsi».



Come è cambiato Mycroft, fratello di Sherlock, nella sua serie?

«Ho conservato le caratteristiche fisiche del fratello maggiore di Holmes, così come lo descrive Conan Doyle. Mycroft è grosso ed estremamente pigro ma in grado di risolvere un’indagine senza muoversi da casa. Quello che ho cambiato è il rapporto tra i due fratelli: nei racconti originari c’è molta competizione, io li ho resi amici. In Ghiaccio sporco poi è Mycroft a spiegare l’intrigo internazionale. Per un ragazzino di 14 anni, pur acuto come Sherlock, sarebbe stato troppo complesso».
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